Samantha L. Josephson era uscita la sera per andare al bar con gli amici, ma non è più tornata a casa. Una serata normalissima che si è trasformata improvvisamente in tragedia. È successo a Columbia, nella Carolina del Sud (Stati Uniti), dove la ragazza di 21 anni frequentava la facoltà di Scienze Politiche. Per tornare a casa aveva prenotato un’auto Uber, uno dei più diffusi servizi di car sharing. È salita così su una Chevrolet Impala nera, pensando fosse quella prenotata. Ma così non era, ed è salita invece sull’auto del suo presunto assassino. La famiglia è sotto shock.
Samantha uccisa brutalmente, arrestato il sospetto killer
La ragazza è salita sull’auto intorno alle 2 di notte di venerdì 29 marzo. I suoi amici hanno dato l’allarme la mattina successiva, preoccupati dall’assenza di sue notizie. Le ricerche della ragazza son durate pochissimo. Nel giro di qualche ora, la polizia ha trovato il suo cadavere in una zona di campagna non lontana dal luogo del rapimento. Il corpo presentava numerose ferite inferte con un oggetto affilato, principalmente alla testa, al collo e al busto. Gli agenti hanno poi individuato il principale sospettato nel 24enne Nathaniel David Rowland. È stata preziosa la descrizione di un testimone che ha visto Samantha salire sull’auto di Rowland. Al suo interno, son state trovate macchie di sangue ed il cellulare della studentessa.
La famiglia chiede maggior sicurezza nei servizi di car sharing
Nathaniel David Rowland si trova ora nella prigione di Richland, in attesa di processo per le accuse di rapimento ed omicidio. La famiglia di Samantha ha descritto la figlia come una ragazza piena di vita che desiderava iscriversi alla scuola di Legge all’Università di Philadelphia. Dopo una fiaccolata organizzata in memoria della studentessa, suo padre Seymour Josephson ha affermato di voler dedicare il resto della sua vita alla lotta per rendere più sicuri i servizi di car sharing. Perché è inaccettabile morire in questo modo atroce, finendo per errore nell’auto di un feroce assassino.