Dopo l’arresto di Valentina Casa per omicidio del piccolo Giuseppe e il tentato omicidio della piccola Noemi a Cardito, sono emersi nuovi inquietanti dettagli sul comportamento della donna. Le sue azioni durante e dopo la violenza avrebbero infatti indotto gli inquirenti a concludere che la donna non avrebbe messo in atto i comportamenti da lei attesi, in quanto madre, in una situazione del genere.
Bimbi picchiati e maltrattati da tempo
A quanto pare, le indagini sono state chiare: Valentina Casa non avrebbe difeso i suoi figli, né quella volta né in precedenza. Le testimonianze di vicini e conoscenti parlano di ecchimosi viste sui volti e sul corpo dei bambini, che sarebbero apparsi in condizioni di trasandatezza più volte, come se fossero stati lasciati a se stessi. in molti descrivevano la casa della coppia come di un luogo degli orrori da cui i bambini volevano solo fuggire.
Le insegnanti sapevano
Colpisce, oltretutto, che i bambini arrivassero a scuola con lividi e segni di pestaggi e che più di una volta sia Noemi che Giuseppe avessero detto che era stato il compagno della madre a picchiarli. Le maestre, però, non avevano mai denunciato le violenze e pare che alcune intercettazioni effettuate all’interno del commissariato di polizia, di dialoghi tra le insegnanti, dimostrino che le stesse avevano deciso di negare una consapevolezza che invece avevano. “Io faccio la faccia da ca**o”, avrebbe detto una di loro secondo alcune fonti, come a dire di voler rispondere senza indugi di non sapere niente.
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Il giorno della violenza
Il giorno della violenza, in un primo tempo la donna aveva raccontato di aver cercato di difendere i figli ma che le botte di Tony Essoubti Badre, il suo compagno e carnefice dei piccoli, gliel’avevano impedito. Ora invece emerge che la donna non avrebbe fatto niente per impedire il massacro. Non solo: a violenze avvenute avrebbe cercato di coprire il compagno prima pulendo il sangue con dei teli da bagno, poi raccogliendo le ciocche di capelli della figlia che l’uomo aveva strappato via mentre la picchiava. Nello specifico, la relazione degli inquirenti spiega: “Venendo meno a un suo preciso dovere, rimaneva inerte mentre il compagno colpiva con efferata violenza i suoi figli”. Quando sono arrivati i soccorsi, oltretutto, avrebbe negato che il compagno avesse qualche responsabilità”.
Accuse gravissime
La donna, attualmente, è accusata di concorso in omicidio aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà e dall’abuso delle relazioni domestiche per la morte del piccolo Giuseppe. Per quanto riguarda la piccola Noemi, invece, la donna è accusata di tentato omicidio aggravato dalle medesime circostanze.