Avere il cuore fermo come una roccia e, contemporaneamente, mettere al mondo una vita. È la storia di una donna di Alessandria che, al nono mese di gravidanza, ha scoperto di avere una massiva tromboembolia polmonare che metteva seriamente a rischio la sua vita e quella della sua bambina.
Così, nello stesso momento, è stato effettuato un parto cesareo mentre il suo cuore veniva fermato e la sua circolazione sanguigna diveniva extra-corporea. Sia la madre che la bambina sono vive e in buone condizioni anche se la donna non è ancora stata fatta uscire dalla terapia intensiva. La sua storia è stata raccontata da La Stampa.
Una questione molto seria
Il terrore era cominciato quando la donna era arrivata in ospedale per via di un semplice mancamento avuto durante il giorno. Gli esami, purtroppo, avevano fatto emergere una situazione ben più grave: una “massiva tromboembolia polmonare”, ovvero un insieme di coaguli che ostruivano un’arteria polmonare, mettendo a rischio la sua vita e consequenzialmente quella della piccola, a cui doveva essere evitato il rischio di entrare in fase di sofferenza.
Madre e figlia sono in buone condizioni
L’intervento, messo in atto dall’equìpe di cardiochirurgia insieme a quella di ostetrica dell’ospedale civile di Alessandria, ha comportato in primis il fatto di rendere la circolazione sanguigna extra-corporea dopodiché sono stati rimossi i trombi, che si sono dimostrati di grandi dimensioni, ed è stata fatta nascere la bambina con un taglio cesareo. A La Stampa, il primario di cardiochirurgia ha dichiarato: “Quando abbiamo visto venire alla luce quella bambina, ci siamo messi a piangere per l’emozione”.
L’operazione è stata lunga e complessa ma la donna si è già risvegliata ed è attualmente in terapia intensiva. la piccola è in buone condizioni. L’ospedale, finora, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali e preferisce dare aggiornamenti più definitivi (e definire a quel punto l’operazione un grande successo) solo nel momento in cui la donna uscirà dalla terapia intensiva.