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Il fuoco di Sant’Antonio: perché si chiama così?

Pubblicato: 19/04/2019 16:11

Spesso la religione ci ha abituati a comprendere la realtà e le sue manifestazioni attraverso collegamenti a figure sacre. Il fuoco di Sant’Antonio non sfugge a questo circolo vizioso. Oggi giorno, perlomeno in Italia, è collegato all’Herpes Zoster. La malattia si manifesta in modalità e sintomi diversi ma ricollegabili ad eruzioni cutanee molto dolorose. Cerchiamo di spiegare come la tradizione religiosa ha collegato questa piaga alla figura del Santo.

La letteratura ne parla

Molte leggende e autori non hanno mancato di parlare del fuoco di Sant’Antonio. Tra questi è doveroso citare il professor Carlo Gelmetti  e il professor Giuseppe Giusti. Il primo ha dedicato due libri, Il fuoco di Sant’Antonio: Dai Misteri Eleusini all’LSD alla storia del fuoco e Il fuoco di Sant’Antonio: Storia, tradizioni e medicina, per sottolineare il legame tra il Santo e le infiammazioni cutanee. Solo ultimamente si è fatto un collegamento diretto con l’Herpes zoster. Inizialmente si associava a qualsiasi tipologia di erezione cutanea che provocasse lacerazioni e bruciori lancinanti, quasi come a prender fuoco. Il secondo autore non è da meno, nel suo Il fuoco di Sant’Antonio e l’herpes zoster, in alcune pagine di Antonio Tabucchi sottolinea le sofferenze che il Santo ha patito nel deserto a causa del demonio.

Da cosa nasce la tradizione

Il riferimento alla rappresentazione e alla vita del Santo è doveroso. La tradizione gli associa un potere taumaturgico e uno stretto legame con il fuoco. Quest’ultimo è il comune denominatore delle malattie racchiuse sotto il nome di fuoco di Sant’Antonio. Nel dettaglio,  Antonio Abate ( nome di Francisco de Zurbarán), dopo la morte del padre, decise di spogliarsi di tutti gli averi e dedicarsi alla vita eremita. Esiliatosi nel deserto, subì numerose tentazioni con il fuoco dal demonio. Il professor Gelmetti approfondisce la natura simbolistica. Possiamo notare questo da molte immagine sacre che lo vedono accanto allo stesso. Inoltre, insieme alla figura del Santo vi è anche un maialino dal cui lardo si ricavarono le prime cure alla malattia.
Per la letteratura, riferendoci alle novelle di Italo Calvino,  Sant’Antonio è protettore e custode del fuoco. Egli lo avrebbe rubato per donarlo agli uomini. Per di più la storia riporta l’ordine ospedaliero degli Antoniniani, diffusosi in tutta Europa, come famoso per la cura delle malattie cutanee, nel caso specifico l’ergotismo (tipica del medioevo).

Le altre culture

Nel cultura degli altri popoli il fuoco di Sant’Antonio è conosciuto e collegato alla malattia anche per i francesi (“feu de Saint’Antoine”, “cordon de Saint’Antoine”o “ceinturon de feuper”). Per gli inglesi, spagnoli, tedeschi e ungheresi la tradizione non ha mai legato specificamente l’herpes zoster al Santo, forse, sempre secondo il Giusti, in passato era collegato all’erisipela e ergotismo.

Ultimo Aggiornamento: 20/01/2020 10:47