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Omicidio Vannini, Un giorno in pretura scatena le critiche degli spettatori

Pubblicato: 29/04/2019 16:37

Roberta Petrelluzzi, qualche sera fa, con Un giorno in pretura ha messo in scena il dolore nella sua forma più pura. Ha mostrato Marco Vannini all’apice della felicità, nella ricchezza di gioia ed entusiasmo di un compleanno felice, pronto a festeggiare la sua fidanzata. Poi, a distanza di un’ora di video, ha mostrato i volti dei suoi genitori in aula, mentre ascoltano le urla strazianti del figlio che muore. Volti deformati dallo sgomento, dall’incredulità: in realtà hanno già sentito cento volte quelle registrazioni ma lo squarcio si riapre ogni volta.

L’immagine del dolore

In due ore di trasmissione Un giorno in pretura ricostruisce la felicità, il dolore, il terrore e la morte di un ragazzo di poco più di 20 anni. Lo fa, però, con un punto di vista nuovo: la trasmissione (prima in assoluto a farlo) si schiera dalla parte di una tutela per i condannati, suscitando grandi polemiche da parte dei telespettatori e di moltissimi che, negli anni, si sono avvicinati al dramma della famiglia Vannini.

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La ricostruzione di Un Giorno in pretura arriva a poca distanza da un post, firmato da Roberta Petrelluzzi, che aveva già creato enormi tensioni. Si trattava di un post di Facebook indirizzato a Martina Ciontoli nel quale si esprimeva solidarietà per la famiglia della ragazza, ingiustamente condannata, secondo la conduttrice a una “morte civile” voluta dal clamore mediatico.

In realtà durante la puntata si è ripercorsa la vicenda in maniera a tratti cruda, senza risparmiare lunghi passaggi processuali in cui Antonio Ciontoli veniva mostrato mentre cadeva nelle trappole delle sue stesse bugie. La trasmissione si è concentrata però sul punto di vista dei Ciontoli, con anche un’intervista a Federico Ciontoli, definito “emozionato” dalla conduttrice.

Un post che ha scatenato molte polemiche

La puntata si chiude, oltretutto, con un messaggio delle Petrelluzzi, che dichiara: “Noi crediamo che solo le vittime, spinte dalla propria disperazione, hanno il diritto alla protesta, anche a quella più rumorosa. Perché troppo clamore spinge tutti a radicalizzare il proprio convincimento e non contribuisce a fare giustizia”. Molti sono stati gli spettatori che hanno reagito negativamente, criticando il fatto che non fossero state dedicate parole di solidarietà per la famiglia di Marco Vannini, che presto si presenterà in Corte di Cassazione per chiedere pene più alte per tutta la famiglia Ciontoli.

In molti, intanto, tramite una petizione stanno chiedendo un intervento in particolare: una petizione attivata sulla piattaforma su Change.org per richiedere al ministro Elisabetta Trenta per chiedere di autorizzare il maresciallo di Ladispoli, Amadori, di poter testimoniare nuovamente. Intervistato da Le Iene, infatti, Amadori aveva spiegato di non poter raccontare alcune cose perché non autorizzato a parlare con i giornalisti.

Ultimo Aggiornamento: 29/04/2019 16:39