Nel corso del fuoco incrociato messo in atto ieri sera negli studi di La7, Matteo Salvini ha parlato a Lilli Gruber di un problema che parrebbe stargli particolarmente a cuore: lo spaccio di droga. Al centro del mirino, ieri, c’erano i negozi di cannabis e prodotti alla canapa, sul destino dei quali si è dichiarato disposto a scendere in guerra con l’altra metà del cielo, il moVimento 5 Stelle.
Dal Salone ai negozi di canapa
Il discorso nasce in maniera estemporanea: Lilli Gruber chiede al ministro dell’interno di commentare l’esclusione della casa editrice del suo libro (AltaForte) dal Salone del libro di Torino, e Salvini dirotta il discorso sulla cannabis. Racconta di essere andato a trovare i ragazzi delle comunità e di aver raccolto le loro esperienze, sostenendo: “Mi hanno suggerito, e lo farò, di andare a controllare a tappeto tutti i negozi di canne, di cannabis che sono più di mille e che per quanto mi riguarda vanno sigillati”.
La padrona di casa, però, replica facendo presente che i cannabis shop non vendono droga, bensì cannabis depotenziata assolutamente legale, spesso usata anche come antidolorifico da persone malate. Salvino non ci sta: “Nooo, in un cannabis shop si vendono margherite!” replica scetticamente.
Argomento di tensione con M5S
Addirittura, il ministro arriva a dichiarare che il discorso cannabis potrebbe teoricamente portare a una crisi di governo: “Se c’è un parlamentare Cinquestelle, come c’è, che propone per legge che lo stato diventi spacciatore di droga, su questo sì, che un governo può andare a casa”.
Di recente, però, il ministro Giulia Grillo ha specificato che il pericolo dei cannabis shop di cui Salvini parla, di fatto non esiste: “Non bisogna dare informazioni sbagliate, perché nei canapa shop non si vende droga. Se per caso, come ministro dell’Interno, Salvini è in possesso di informazioni che io non ho, e questo è pure possibile, chiaramente allora bisogna fare un altro ordine di considerazioni”.
In una diversa occasione, intervistata da Corriere, ha poi specificato. “Io valuto l’aspetto relativo alla salute. Va comunque ribadito che la concentrazione del principio attivo Thc nei prodotti non è tale da avere un effetto stupefacente. In Italia non c’è la droga libera”.