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Matteo Salvini a processo: accusato di aver insultato la magistratura italiana

Pubblicato: 18/06/2019 15:07

“Qualcuno usa gli stronzi che male amministrano la giustizia difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana che è un cancro da estirpare: questa frase, pronunciata durante un comizio a Torino il 14 febbraio 2016, potrebbe mettere nei guai il ministro Salvini.

Tali dichiarazioni hanno infatti fatto partire delle indagini per presunto vilipendio della magistratura a carico del Ministro dell’Interno e il processo inizierà domani, alle 13.30, presso la quarta sezione penale del tribunale di Torino.

Dopo il comizio disse: “Ci sono giudici che fanno politica”

Il comizio tenuto a Collegno del 14 febbraio 2016 vedeva Matteo Salvini non come Ministro (lo sarebbe diventato solo dopo il 4 marzo 2018) ma come leader della Lega. Le frasi vennero subito percepite in maniera grave e a poco servì, all’epoca, una nota successiva del leader leghista che diceva: “Come ovvio, e per fortuna, ci sono tanti giudici che fanno benissimo il loro lavoro: penso a chi è in prima linea contro mafia, camorra e ’ndrangheta Purtroppo è anche vero che ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti”. Concludeva poi con una sorta di auspicio: “Finché la magistratura italiana non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l’Italia non sarà mai un Paese normale”.

Il Ministro Bonafede ha autorizzato a procedere

Il procuratore aggiunto Emilio Gatti rappresenterà l’accusa nel processo: Gatti ha ereditato l’inchiesta da Armando Spataro, ex capo dei pm. La difesa del Ministro, l’avvocato Claudia Eccher, sosterrà la linea difensiva puntando sul concetto per cui la frase sarebbe stata estrapolata dal contesto e dunque il suo vero significato sarebbe stato travisato. 

A ottobre 2018, il ministro Alfonso Bonafede aveva autorizzato a procedere, come da articolo 313 del codice penale: il reato, infatti, è tra quelli che sarebbe andato altrimenti in prescrizione. Anche in passato il Procuratore Sparato aveva inviato richieste di autorizzazione a procedere, ma Bonafede sarebbe stato il primo ministro a dare l’ok.