Vai al contenuto

Desirée Mariottini, chiuse le indagini: 7 persone verso il processo

Pubblicato: 22/06/2019 19:41

Concluse le indagini sulla morte di Desirée Mariottini da parte della Procura di Roma, che ora potrebbe chiedere il processo per 7 persone accusate di omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo, cessione e somministrazione di droghe a minore oltre allo spaccio. La 16enne è morta in uno stabile abbandonato in via dei Lucani a San Lorenzo, Roma, la notte tra il 18 e il 19 ottobre 2018. Aveva assunto un mix di psicofarmaci e sarebbe poi stata violentata da almeno 4 uomini, in seguito lasciata a morire nell’edificio rifugio di tossicodipendenti e spacciatori.

Chiuse le indagini sulla morte di Desirée Mariottini

La Procura di Roma potrebbe ora mandare a processo 7 persone coinvolte nella morte di Desirée: si tratta di 5 extracomunitari, di cui 4 sono già agli arresti. Sono Yusef Salia, Alinno ChimaMamadou GaraBrian Minthe, tra i 27 e i 46 anni, a cui viene contestato l’omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droghe a minori, oltre all’accusa di prostituzione minorile per Gara.

Due spacciatori, un italiano e una francese, Marco Mancini e Antonella Fauntleroy, sarebbero accusati di cessione di sostanza stupefacente. Infine, è accusato di spaccio anche Alexander Asumado. Il DNA degli aggressori è stato trovato su una boccetta di metadone e su una cannuccia usata dalla 16enne per fumare crack.

Desirée: una vita spezzata nella solitudine

Mentre l’inchiesta giudiziaria va avanti, proseguono le ricostruzioni di un fatto di cronaca che ha sconvolto l’opinione pubblica. Su Nove, lo speciale Violenza Stupefacente, ha ripercorso gli ultimi giorni della giovane. La figura che emerge dai racconti dei testimoni e di chi l’ha conosciuta è quella di una ragazza spaventata e sola, precipitata nell’abuso di droga, principalmente cocaina ed eroina. Purtroppo una storia non unica nel suo genere: l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza segnala un incremento nell’abuso di fasce d’età sempre più giovani e spinge per una maggiore prevenzione e informazione soprattutto nelle scuole.

Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini a Roma, che si dedica al recupero dei tossicodipendenti, ha commentato ai microfoni di Nove: “L’opinione pubblica non tollera la frustrazione di sapere che esistono i minorenni e le minorenni che si fanno le pere, che quindi agiscono come tutti i tossici. Adattano la favoletta di Capuccetto Rosso. La realtà è che oggi noi stiamo assistendo a un nuovo ciclo di una pandemia di oppiacei in cui i ragazzini di ocominciano a fare quello che facevano i loro genitori, o addirittura nonni, 40 anni fa. C’è il rischio di tornare agli anni Settanta, quando la gene moriva di overdose“.

Ultimo Aggiornamento: 22/06/2019 19:49