Vai al contenuto

Islanda, dopo 17 anni stop di caccia ai cetacei: ma è solo per quest’estate

Pubblicato: 29/06/2019 18:00

Una buona notizia, anche se solo a metà. L’Islanda ha dichiarato l’interruzione della caccia alle balene, ma solo per l’estate 2019 e solo per ragioni economiche. La radio islandese RUV ha diffuso la notizia, secondo quanto riporta Tgcom24. Certo, un evento simile non accadeva dal 2002, ben 17 anni fa, ma c’è poco da festeggiare. La Stampa afferma che nel 2018 l’Islanda ha ucciso 151 cetacei di diverse specie. E in futuro la caccia ai grandi mammiferi marini infatti riprenderà come di consueto non appena possibile. E questo solo per quanto riguarda l’Islanda, perché nel mentre altri Stati proseguono nel colorare di rosso gli oceani con i loro arpioni. Secondo i dati ufficiali della Commissione Internazionale per la caccia alle balene (IWC – International Whaling Commission) e del WWF, dal divieto del 1986 ad oggi oltre 30.000 cetacei (balenottere comuni, megattere, capodogli ecc.) sono stati uccisi in questo modo.

L’annuncio dei balenieri islandesi: una mezza buona notizia

L’annuncio della sospensione della caccia ai cetacei per quest’estate è una notizia fresca e comunque positiva, anche se solo parzialmente. Infatti, l’etica e il rispetto ambientale e animale non c’entrano con la decisione dell’Islanda. La scelta è dettata da una mera questione economica. In Islanda ci sono due compagnie baleniere, la Hvalur e la IP-Utgerd. Queste hanno infatti affermato che i costi per l’inseguimento delle balene, il rifornimento delle navi e la vendita della carne sul mercato sarebbero eccessivi e superiori al guadagno, perciò stop alla caccia finché non ci saranno di nuovo le condizioni. Nel mentre, si dedicheranno alla pesca dei cetrioli di mare. Erano 17 anni che gli islandesi non attuavano uno stop simile. Ma dal 2003 ripresero imperterriti lo sterminio di balene, violando la moratoria della IWC approvata nel 1982 ed entrata in vigore nel 1986.

I cacciatori di cetacei non sono solo gli islandesi

E che dire del Paese del Sol Levante? Il Giappone si è infatti ritirato dall’IWC meno di un anno fa, proprio per riprendere la caccia a pieno regime. Questa non era mai stata comunque interrotta del tutto, nonostante il declino del business. I nipponici avevano promesso di riprendere la caccia alle balene dal 1° luglio, e intendono proseguire imperterriti su questa violenta strada. Giappone, Islanda e Norvegia sono i principali cacciatori di cetacei al mondo, violano le disposizioni della IWC e continuano il loro brutale sterminio di balene. Seguono Russia e Corea. Per aggirare il divieto, alcuni Paesi si giustificano spesso con la scusa della “caccia per scopi scientifici”. Ma la realtà è ben diversa, come hanno denunciato ripetutamente l’IWC e associazioni animaliste e ambientaliste quali Greenpeace e WWF.