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Affidi illeciti, continuano le indagini e si dimette l’avvocato Ognibene

Pubblicato: 02/07/2019 15:28

Passano i giorni, ed emergono sempre maggiori novità sul caso dell’inchiesta di Angeli e Demoni. Emergono nuovi dettagli sui metodi coercitivi utilizzati dai vari professionisti per convincerli a confessare abusi mai subiti, mentre cade una prima testa: l’avvocato Rossella Ognibene, difensore dell’indagato Federica Anghinolfi, si è dimessa dal suo ruolo nel consiglio comunale di Reggio Emilia.

Si dimette la consigliera Ognibene

C’è tensione a Reggio Emilia: lo scandalo di Angeli e Demoni aveva già intaccato il contesto politico (uno degli accusati principali è il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti) ed ora tocca un esponente del movimento 5 Stelle, l’avvocato Rossella Ognibene. Il fatto che la Ognibene abbia accettato di difendere Federica Aghinolfi, una delle indagate principali, ha gettato un velo d’oscurità sul MoVimento che si era schierato nettamente contro ciò che è accaduto nell’emiliano.

La Aghinolfi ha ritenuto preferibile dimettersi dal ruolo nel Consiglio comunale di Reggio Emilia, che mal si accostava alla scelta di difendere una persona implicata direttamente in una vicenda tanto drammatica. iL MoVimento 5 Stelle, d’altronde, negli scorsi giorni aveva fatto pressione affinché la Ognibene prendesse posizione in modo netto.

Uno dei dettagli più raccapriccianti dell’inchiesta sugli affidi illeciti riguarda il metodo puntiglioso con cui i professionisti costruivano, di fatto, un allontanamento silente dei genitori dai loro bambini, e viceversa. uno dei metodi usati era il nascondere regali e segni d’affetto: sono state diffuse drammatiche intercettazioni avvenute all’interno degli uffici dell’Asl dove sono stati trovati i regali (nascosti e dimenticati) ei bambini, in cui un’operatrice dice a un’altra che sarebbe stato loro riferito che non avrebbero dovuto consegnare i regali ai minori: “È meglio così”. 

Il legame con Mirandola

Non è un caso, pare, se tra il caso degli affidi dei bambini di Mirandola (avvenuti negli anni ’90) e il caso di Reggio Emilia ci sono tante similitudini. Sembra infatti che gli affidi dei bambini della bassa modenese (ricordiamo, tolti alle loro famiglie perché i parenti furono accusati ingiustamente di abusi e atti satanisti) siano stati gestiti dalla stessa Onlus che gestiva gli affidi a Bibbiano. I 16 bambini che tra il 1997 e il 1998 furono presi dalle loro famiglie a Mirandola non sono mai tornati alle loro famiglie. Antonio Platis, consigliere comunale di FI, ha raccontato a Sul Panaro che nonostante si trattasse di casi gestiti in modo indipendente, c’era una stranezza: “Nei cassetti dei Servizi Sociali della bassa c’erano i preventivi non del Centro gestito dall’Unione Val d’Enza ma su carta intestata della onlus Hansel e Gretel di Moncalieri (Torino).

Il centro di Bibbiano di servizi sociali, che prima del caso di Reggio Emilia sembrava avesse una reputazione impeccabile, in realtà era già finito in un cono di luce: negli anni dell’inchiesta su mirandola era già risultato punto d’interesse.

(In alto: immagine di repertorio)