Vai al contenuto

Palermo, 40 anni fa Cosa Nostra assassinava il poliziotto Boris Giuliano

Pubblicato: 21/07/2019 15:56

Il 21 luglio 1979, il mafioso Leoluca Bagarella aprì il fuoco in un bar di Palermo. Sparò 7 colpi, tutti all’indirizzo del poliziotto Boris Giuliano. Giuliano era allora capo della squadra mobile di Palermo che fronteggiava con coraggio Cosa Nostra. In quei mesi, Giuliano e la sua squadra indagavano su delle valigette contenenti 500mila dollari, provenienti da New York, legati ad una grossa partita di eroina. Giuliano scoprì che si trattava di Cosa Nostra, e riuscì ad arrestare due esponenti: Antonio Marchese e Antonino Gioè. Nonostante le ripetute minacce di morte, Giuliano andò dritto per la sua strada. Fino a quel 21 luglio 1979, quando la mafia lo uccise crudelmente nel bar dove faceva colazione ogni mattina. Una fredda e codarda esecuzione alle spalle, che non gli lasciò scampo. Oggi Palermo e l’Italia ricordano un eroico servitore della Repubblica.

Il toccante omaggio del Presidente della Repubblica Mattarella

In una nota odierna del Quirinale, il Presidente Mattarella ha espresso toccanti parole per omaggiarlo. “Nel quarantesimo anniversario del barbaro omicidio, la Repubblica si inchina nel ricordo di Boris Giuliano, servitore dello Stato fino al punto di pagare con la vita il coerente impegno per la legalità e la giustizia. Desidero esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari, a chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo, ai colleghi che hanno continuato con lo stesso coraggio l’azione di contrasto alla mafia e al crimine organizzato. L’esito dei procedimenti giudiziari e le condanne definitive inflitte all’intero vertice mafioso dimostrano i grandi meriti di Boris Giuliano e il contributo prezioso che ha fornito anche a quanti ne hanno continuato l’impegno. Il ricordo di Boris Giuliano rafforza la consapevolezza del valore della legalità come condizione di libertà e di coesione sociale e l’impegno responsabile dell’intera comunità nazionale per giungere al definitivo sradicamento del criminale fenomeno mafioso”.

Boris Giuliano vive nel ricordo della famiglia e di chi crede nella giustizia

Anche la figlia Selima, insieme al resto della famiglia, ha ricordato il coraggio del padre questa mattina a Palermo, proprio di fronte al luogo dell’omicidio. Il Fatto Quotidiano ha riportato la sua testimonianza: “14.610 giorni di assenza, 40 anni. Una vita intera in cui sono stati compiuti atti, scelte, vita, studio, passione, amore. Sono nati figli meravigliosi. Eppure, l’assenza è stata sostituita da presenza piena di orgoglio, il dolore acuto da un dolore sordo interiore e la sofferenza dalla speranza che morire non è stato vano e che questa terra un giorno sarà bellissima. Grazie a uomini come Boris Giuliano, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e alle altre (troppe) vittime della mafia, la fiamma della speranza brucia ancora. Finché ci sarà chi crede nella giustizia, la loro memoria non sarà infangata. Per questo li ricordiamo, e li ringraziamo.

Immagine in evidenza: Polizia di Stato

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2021 12:15