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L’ombra della Russia sulla Lega: l’intrigo internazionale si allarga

Pubblicato: 21/07/2019 21:51

La questione della compravendita di carburante dalla Russia per finanziare la Lega si accende con la pubblicazione di documenti esclusivi da parte de L’Espresso. Il settimanale è stato il primo a riportare la trattativa condotta da Gianluca Savoini, al momento indagato per corruzione internazionale dalla Procura di Milano insieme a Gianluca Meranda e a Francesco Vannucci. Quanto scritto ha trovato conferma nelle intercettazioni pubblicate da Buzzfeed e ora i documenti svelano che la trattativa sarebbe andata avanti ben oltre quel 18 ottobre 2018, giorno dell’incontro al Metropol di Mosca.

Un chiarimento sulla faccenda ci sarà probabilmente mercoledì 24 luglio, quando il premier Giuseppe Conte presenterà la sua informativa sulla questione al Senato, a cui dovrebbe essere presente anche Matteo Salvini. Il ministro, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera e La Stampa, avrebbe incontrato Savoini la sera prima del meeting al Metropol, durante una cena a cui avrebbero partecipato altre 6 persone. Cena che potrebbe essere il prossimo punto di arrivo della magistratura.

I documenti rivelati da L’Espresso sulla trattativa con la Russia

I giornalisti Giovanni Tizian e Stefano Vergine pubblicano nel loro scoop tre documenti che provano la trattativa in corso per la compravendita di carburante. Il nome di Gianluca Savoini, faccendiere leghista ed ex portavoce di Matteo Salvini, compare più volte nelle carte, l’ultima delle quali risale al febbraio scorso. Sulle proposte commerciali compare anche il nome di Gianluca Meranda, l’avvocato presente all’incontro al Metropol.

Cosa contengono le carte

Uno dei documenti è una richiesta di fornitura indirizzata alla Rosneft, compagnia petrolifera del governo russo, in cui la banca d’affari londinese Euro-IB Ltd propone una compravendita per le stesse cifre di carburante e con la stessa percentuale di sconti emersi durante la trattativa del Metropol avvenuta 11 giorni prima. Il firmatario di quella lettera, il dirigente Glauco Verdoia, assicura a L’Espresso di non aver mai conosciuto Savoini, di non essere a conoscenza di un possibile finanziamento tramite quella trattativa e che si trattava di una manifestazione di interesse mai conclusasi in una compravendita, inviata a Meranda e mai arrivata alla Rosneft. La stessa banca compare in un altro documento datato 8 febbraio 2019, in cui al destinatario, Gianluca Savoini, scrive Meranda per ringraziarlo di aver condiviso una nota di Gazprom su carta intestata dell’EIb.

Le dichiarazioni della EIb

Per quanto riguarda il coinvolgimento della banca inglese, a replicare è stato il ceo Alexander von Ungern-Sternberg. “EIB non ha mai conosciuto incontrato o parlato con esponenti di rilievo, rappresentanti o funzionari della Lega“, riporta Adnkronos, “il signor Meranda non ha mai negoziato ‘per conto’ di EIB durante la sua visita a Mosca e EIB non ha mai contattato l’Eni, né altri trader, né ricevuto quotazioni a seguito della nostra richiesta di dettagli dal fornitore Rosneft e meno che mai da Gazprom“.

La banca fa sapere che Meranda è stato consulente per loro fino al 12 luglio 2017 ed in seguito sarebbe stato un freelance: “Dopo la sua visita in veste di freelance a Mosca, dove tenne l’incontro esplorativo il 18 ottobre, Meranda propose alla EIB una possibile transazione petrolifera ‘back to back’ che coinvolgeva Rosneft, per la quale noi avremmo organizzato il finanziamento”. Per EIb la transazione che stava preparando Meranda non è mai avvenuta: “Il 29 ottobre 2018 inviammo, non direttamente, ma attraverso di lui, una richiesta di informazioni relativa alla quotazione per distillati. Non abbiamo mai ricevuto risposta alla nostra richiesta né da Meranda né da Rosneft. Di conseguenza, con Rosneft non è stato mai negoziato o concluso alcun contratto, mai organizzato alcun finanziamento e nessuna somma è stata mai trasferita ad alcuno in relazione a questa proposta di transazione“.

La trattativa al Metropol di Mosca

Tornando al 18 ottobre 2018, quello che sappiamo è che almeno 3 italiani sedevano al tavolo delle trattative. Gianluca Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, ex bancario, questi ultimi due usciti allo scoperto autonomamente. Vannucci si è formato al Monte dei Paschi di Siena, e avrebbe militato nella Margherita, da cui sarebbe uscito per divergenze con la direzione, e nel PD locale (è di Suvereto, in provincia di Livorno), fino al 2010.

La questione riguardava una compravendita di 3 milioni di tonnellate metriche di gasolio Ulsd e 3 milioni di cherosene da una società russa, Gazprom o Rosneft, da parte di una società italiana. Lo sconto su cui trattava Savoini che sarebbe stato concesso dalle aziende russe, del 6,5%, sarebbe servito a portare nelle casse della Lega più di 65 milioni di euro. La società italiana menzionata sarebbe stata, secondo le parole di Meranda, l’Eni, che ha smentito di essere coinvolta nella compravendita.

La questione potrebbe diventare un caso internazionale

Della trattativa si stanno interessando anche a Bruxelles. All’Europarlamento, guidato da David Sassoli, si ventila l’ipotesi di una commissione volta ad indagare le ingerenze russe nelle elezioni europee. Un’attivismo, quello russo, già manifestatosi con pesanti ripercussioni, come la caduta del governo in Austria dopo lo scandalo che ha coinvolto il sovranista Heinz-Christian Strache. Sono diverse le forze di estrema destra legate alla Russia di Putin, come in Francia Marine Le Pen, che nel 2014 ricevette aiuti finanziari per la campagna presidenziale da una banca russa quantomeno opaca. Non è escluso, inoltre, che i magistrati coinvolgano i colleghi in Russia e a Londra, dato l’intreccio internazionale che questa vicenda sta iniziando a svelare.

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2019 17:47