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Tav, lettera inviata a Bruxelles: 500 agenti schierati in Val di Susa per la manifestazione

Pubblicato: 27/07/2019 13:32

Sale la tensione sulla questione Tav, che dopo il sì del premier Giuseppe Conte ha visto il movimento contrario mobilitarsi in Val di Susa. Dopo la mezzanotte di oggi è stato reso noto che è stata inviata la lettera che ribadisce la disponibilità del governo italiano a ultimare i lavori a Bruxelles. La nota sarebbe stata concordata con il governo francese, con cui ci sono stati fitti contatti fino a giovedì. Intanto oggi è prevista la manifestazione No Tav che dovrebbe arrivare fino al cantiere di Chiomonte. Sono previste almeno 100mila persone per un corteo pacifico, come hanno fatto sapere gli organizzatori. La presenza della polizia è comunque massiccia, con 500 agenti schierati: “La violenza in Val di Susa non resterà impunita“, ha anticipato il ministro Salvini.

La lettera a Bruxelles sul sì alla Tav

Il premier Conte ha inviato la lettera di conferma, dopo la sollecitazione a Italia e Francia da parte della Commissione europea. In calce è presente solo la firma dei funzionari del Ministero dei Trasporti, ma manca quella del ministro Toninelli. Il ministro dei 5 Stelle ha dichiarato di aver già espresso la sua opinione in merito e ha rifiutato di rispondere ad ulteriori domande. L’opera sarà portata a termine “in nome dell’interesse nazionale“, recita la missiva, che ricalca le considerazioni di Conte espresse martedì scorso.

La manifestazione No Tav questo pomeriggio

Alle 13.30 il via al corteo dei No Tav, che da Venaus, dove si è svolto il Festival Alta Felicità, dovrebbe arrivare al cantiere di Chiomonte. Molto alta la tensione, con centinaia di agenti schierati lungo il percorso, mentre il primo blocco sarebbe posizionato a 2 km dal percorso.

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Sono state bandite le bandiere del Movimento 5 Stelle, una volta in prima linea nella battaglia contro l’alta velocità. La débâcle sul tema ha creato una vera e propria rottura tra il Movimento e la sua base, ma anche all’interno dei gruppi parlamentari, sempre più insofferenti alla preponderanza leghista nel governo di cui il completamento dell’opera sarebbe in parte espressione.