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Strage Bologna, due note segrete del Sismi riaprono la pista palestinese

Pubblicato: 04/08/2019 12:11

L’Adnkronos rivela la casuale scoperta di due note riservate del Sismi (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare), all’indomani dell’anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980, che potrebbero riaprire la pista palestinese sull’attentato. I documenti classificati tratterebbero infatti delle minacce di attentati in Italia da parte del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), a ridosso delle stragi di Bologna e Ustica. Il presidente dell’associazione delle vittime Paolo Bolognesi ha però sempre negato questa pista: “il problema per chi sta tirando fuori ste menate è uno solo: che adesso si sta facendo un’indagine seria sui mandanti che sta portando risultati di un certo tipo, di conseguenza saltano fuori queste storielle. Tutta questa roba è di nessun valore e viene fuori al momento opportuno.

La scoperta casuale dei documenti riservati

Sono cose trite e ritrite, ha proseguito Bolognesi all’Adnkronos. “La cosiddetta pista palestinese è un insieme di carte e di ipotesi che non hanno neanche la dignità della pista”, ha affermato deciso. Stando a quanto rivelato dall’Adnkronos, i due documenti “riservatissimi” sarebbero sbucati in mezzo alle numerose carte giudiziarie sull’esplosione di Piazza della Loggia a Brescia il 28 maggio del 1974. Lo storico e ricercatore Giacomo Pacini ha scoperto per primo le due note del Sismi. I due documenti riservati risalgono al 24 aprile e al 12 maggio del 1980. Le note rivelerebbero le minacce di atti terroristici in Italia da parte del Fplp. Più precisamente, dimostrerebbero i tentativi del colonnello Stefano Giovannone, capocentro di Beirut del Sismi, di soddisfare le richieste minacciose del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, allo scopo di evitare attentati terroristici in Italia.

“Lodo Moro”: il presunto accordo fra palestinesi e Italia per evitare attentati

Giacomo Pacini è uno studioso degli anni piombo e si è già occupato del rapporto fra Palestina e Italia in passato. In un suo saggio, intitolato Il lodo Moro, l’Italia e la politica mediterranea, appunti per una storia, tratta proprio del presunto accordo stretto in quegli anni tra palestinesi e italiani. Secondo quell’intesa, ribattezzata “Lodo Moro”, l’Italia avrebbe garantito libertà di movimento e di transito di armi in cambio della promessa del Fplp di non compiere atti terroristici nel nostro Paese. Il presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna però non ha nascosto il suo disaccordo con lo studioso. “Pacini dovrebbe fare lo storico non il mestatore, sarebbe ora che andasse a studiare, gli farebbe bene alla salute”, ha affermato sempre all’Adnkronos.  

La reazione della politica: “Bisogna desecretare i documenti”

Non si sono fatte attendere le reazioni della politica in merito. Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di far chiarezza, ricordando la proposta di legge di FdI per istituire una commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività del Sismi e dei servizi segreti internazionali in quegli anni. Carlo Giovanardi, Maurizio Gasparri e Michaela Biancofiore e altri hanno espresso pareri analoghi. Sottolineano tutti la necessità di desecretare i documenti relativi alla strage di Bologna e al cosiddetto “lodo Moro”. Partendo da posizioni diverse, ma giungendo alla stessa conclusione, è l’ex deputato Pd Gero Grassi: “La destra si muove per suffragare l’idea che a mettere a segno l’attentato siano stati i palestinesi. La sinistra si è fatta l’idea che siano stati i fascisti. Non possiamo continuare a discutere sulle ipotesi. Per chiudere la querelle, non resta che desecretare. Abbiamo il dovere di dare verità e giustizia. Conte se c’è batta un colpo”.

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2021 12:49