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Codacons: aumento Iva quasi certo, stangata per gli italiani nel 2020-2021

Pubblicato: 10/08/2019 18:02

La crisi del governo, oltre che politica, minaccia pericolosamente l’economia italiana. Infatti, sembra sempre più improbabile che il calendario economico venga rispettato. Entro il 27 settembre dovrebbe esserci l’approvazione del Def, la bozza della Manovra entro metà ottobre e l’approvazione della Legge di Bilancio entro il 31 dicembre. Se davvero si andrà a nuove elezioni sarà materialmente impossibile rispettare le scadenze economiche e trovare le risorse per evitare l’aumento dell’Iva che scatterà nel 2020. Aumento che pare oramai inevitabile e che determinerà, a regime, una stangata da circa 1.200 euro a famiglia”. Sono le parole del presidente del Codacons Carlo Rienzi sul sito dell’Associazione. Il Codacons quindi ci avverte: se l’Iva sale (ormai quasi una certezza), un gran numero di diversi beni di consumo subirà un significativo aumento. Tra i rincari dei listini e le clausole di salvaguardia, in caso di aumento dell’Iva i nostri portafogli piangerebbero lacrime amare.

Fitch conferma l’outlook negativo dell’Italia

“I rincari dei listini in caso di ritocco dell’Iva toccheranno ogni aspetto della nostra vita”, ha aggiunto il presidente Rienzi, come riporta l’Ansa. “Costerà di più svegliarsi e fare colazione al bar o in casa, ma anche lavarsi il viso e i denti, prendere la macchina per andare al lavoro, mangiare un tramezzino al bar, andare dal parrucchiere o portare un abito in tintoria, pagare le bollette o trascorrere una serata al cinema o in pizzeria”. I conti stilati dal Codacons, inoltre, tengono conto degli incrementi sulle accise dei carburanti, previsti dalle clausole di salvaguardia. In quel caso, tutti i prodotti trasportati su gomma sarebbero interessati, e di conseguenza i consumatori. A tutto ciò si aggiunge, scrive l’Adnkronos, la conferma da parte dell’agenzia Fitch del rating BBB dell’Italia, a causa del suo outlook negativo. Una scelta motivata dall’instabilità politica, dalla crescita del debito pubblico e dalla scarsa crescita del Pil.

Le preoccupanti stime del Codacons con l’aumento dell’Iva

L’Ansa, basandosi sui dati del Codacons, fornisce anche nel dettaglio alcuni esempi del cambiamento di prezzi in caso del probabile aumento dell’Iva. Beni tassati al 22%, come caffè, dentifricio, bagnoschiuma, se portati al 26,5%, subirebbero un incremento dai 10 ai 20 centesimi a prodotto. Un paio di scarpe da ginnastica da 100 euro arriverebbero a 103,07, un paio di jeans da 126 supererebbero i 130. E un’automobile di media cilindrata, venduta oggi a 16.775 euro, in caso di Iva al 26,5% costerebbe 17.394 euro. La sostanza resta anche per i beni oggi tassati al 10%, che con un’Iva al 13% subirebbero un’analoga impennata. La più evidente, di certo, sarebbe quella delle bollette. Una bolletta del gas da 1.096 euro passerebbe a 1.126 euro, quella della luce da 552 euro a 567 euro. Stando a queste stime, comunque vada i prossimi saranno mesi cruciali.