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Epidemia da oppioidi: condanna per il colosso Johnson & Johnson

Pubblicato: 28/08/2019 10:24

Soltanto pochi mesi fa vi avevamo parlato del processo storico a carico del colosso Johnson & Johnson, la cui condotta di promozione di antidolorifici oppioidi era finita sul banco degli imputati con l’accusa di aver scatenato una vera e propria epidemia per dipendenza. È un agosto amaro per la multinazionale, dopo la sentenza di condanna emessa in Oklahoma: disposto un risarcimento stratosferico di 572 milioni di dollari.

Johnson & Johnson: una sentenza storica

La condanna inflitta al colosso farmaceutico Johnson & Johnson in Oklahoma, sebbene di entità inferiore alle previsioni, ha tutto il sapore della svolta.

È una sentenza storica quella pronunciata a carico della multinazionale, finita al centro di una vicenda giudiziaria dalle proporzioni gigantesche: dovrà pagare 572 milioni di dollari perché “responsabile di dipendenza da oppioidi” nell’ambito di una epidemia che, dagli anni ’90 ad oggi, ha causato uno strascico imponente di decessi e interrogativi.

Sul banco degli imputati la condotta di promozione di farmaci antidolorifici portata avanti dalla J&J, per l’accusa troppo ‘aggressiva’ e capace di scatenare devastanti effetti da “lavaggio del cervello” per milioni di potenziali consumatori.

Si tratta della prima azienda del settore a finire sotto processo per la cosiddetta ‘crisi della dipendenza da oppiacei‘ che, nel solo 2017, avrebbe visto morire oltre 70mila persone nel solo territorio americano.

Una generazione di tossicodipendenti

C’è un’intera generazione intrappolata nella tossicodipendenza, alimentata proprio dall’assunzione di farmaci di questo tipo promossi con campagne insistenti e incessanti. Persone a cui i medicinali sono stati prescritti in diverse occasioni e che ne sono diventate schiave per sempre, con effetti devastanti sulla salute e sul tessuto sociale.

Nonostante la condanna – per la quale J&J ha già annunciato il ricorso – il colosso ha registrato un guadagno del 4% in Borsa. Si tratta di un effetto dovuto all’entità del risarcimento, che si prevedeva fosse decisamente più consistente (l’accusa aveva chiesto una cifra di ben 30 volte superiore a quanto poi disposto dai giudici).

I farmaci sotto accusa e le cifre della crisi

I farmaci sotto accusa sono il Nucynta e il Duragesic, antidolorifici venduti tra il 2000 e il 2015 e ritenuti causa di dipendenza da oppioidi. Ma Johnson & Johnson non è l’unica realtà del settore ad essere oggetto di indagini e processi.

Altri due colossi, Purdue Pharma e Teva, che hanno chiuso la partita con un accordo extragiudiziale che li ha visti sborsare somme importanti: il primo ha pagato 270 milioni di dollari, il secondo 85 milioni.

Il tribunale dell’Oklahoma, teatro del processo a carico della multinazionale Johnson & Johnson, intendeva invece recuperare i costi delle cure di migliaia di tossicodipendenti, per un totale di 17 miliardi di dollari.

Negli Stati Uniti, i numeri di questa crisi restituiscono l’istantanea di uno scenario apocalittico: dal 1999 al 2017 – secondo i dati raccolti dalle autorità nazionali – i morti accertati sono circa 400mila.

In Ohio restano aperte oltre 2mila cause contro numerosi produttori del settore, che si traducono in altrettanti punti interrogativi giudiziari che potrebbero allargare la maglia delle responsabilità in modo esponenziale.

Il contraccolpo incassato dalla J&J sembra quasi irrisorio, alla luce di una delle più clamorose condanne che vide la Big Pharma, nel 2012, pagare sanzioni per oltre 6 miliardi di dollari.

Ma la sentenza più recente è comunque sintomo di un’attenzione che non potrà abbassare la guardia, nel merito di derive pericolosissime come quella della comunicazione ingannevole nel mercato della salute.

Accordo da 12 miliardi 

AGGIORNAMENTO DEL 29 AGOSTO – La Purdue Pharma ora sta negoziando un accordo miliardario per chiudere la questione giudiziaria. Stando a quanto rivelato dai media statunitensi, la società dovrebbe dichiarare fallimento.

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2019 16:17