Vai al contenuto

28enne ucciso a Bologna, parlano i conoscenti: “Non doveva morire in quel modo”

Pubblicato: 30/08/2019 14:54

A distanza di giorni sono i vicini di casa, gli abitanti di quartiere a commentare la morte di Nicola Rinaldi, il giovane 28enne morto a Bologna lo scorso 28 agosto, ucciso da una coltellata alla gola. Fermato per l’omicidio un suo vicino di casa. Una morte violenta che lascia in silenzio gli abitanti del quartiere Pilastro.

Il silenzio del quartiere dopo la morte di Rinaldi

A raccontare i giorni a seguire di un quartiere segnato dalla morte di Nicola Rinaldi è Il Resto del Carlino che in quei luoghi ha trascorso diverse ore. C’è sgomento e incredulità per la morte di Rinaldi, il 28enne che il 28 agosto scorso è morto per strada, raggiunta con una mano stretta alla gola per fermare il sangue che defluiva velocemente dalla gola. Una coltellata netta data presumibilmente dal suo vicino di casa, un uomo di 58 anni anche lui, come Rinaldi, conosciuto dalle forze dell’ordine.

Debiti di droga in sottofondo al crimine

A monte, probabilmente, un problema legato alla droga correlato forse ad un debito non pagato. “Era ai domiciliari, aveva avuto problemi con la droga – raccontano a Il Resto del Carlino alcuni conoscenti del 28enne – Siamo tutti sotto shock perché Nicola era uno di noi“. Altre persone, sempre del quartiere, aggiungono altri particolari: “Non doveva morire in quel modo, è stato ucciso come una bestia“.

Tuttavia, come sottolinea il quotidiano, il Pilastro è un quartiere che non merita di essere legato alla violenza e al sangue scorso ma anzi, un quartiere che da anni cerca di ripartire al pari delle altre zone della città. A sottolinearlo a Il Resto del Carlino è Simone Borsari, il presidente del quartiere: “Purtroppo appena qui accade qualcosa, il Pilastro viene dipinto come il peggiore quartiere al mondo. Ma non è così, bisogna uscire dai luoghi comuni“.