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Dario Argento: “Non ho paura delle mie fantasie, vivono con me”

Pubblicato: 27/09/2019 17:34

La rassegna Torino Spiritualità, curata da Armando Buonaiuto, è giunta alla sua XV edizione. Durante la giornata di inaugurazione di quest’anno è intervenuto un ospite di eccezione che non disdegna il buio e i terrori notturni: Dario Argento. Con essi, infatti, ha dichiarato di trovarsi in armonia.

I temi: il buio, l’ombra, la veglia

Questo il tema della rassegna di quest’anno che vuole spronare i suoi partecipanti a riflettere sul binomio luce-buio. “C’è chi ne teme il buio sinistro e chi ama lasciarsi ammaliare dalle danze delle sue ombre, chi vorrebbe sfuggirne l’opacità e chi invece la cerca perché in lei trova riposo, tregua, riflessione” Con queste parole il curatore descrive su Torino Spiritualità tutto ciò su cui è possibile confrontarsi nella quattro giorni 26/29 Settembre 2019.
Il maestro dell’horror Dario Argento, da poco 79enne, è stato invitato a partecipare all’inaugurazione della rassegna. Diventato leggendario per film come Profondo Rosso e Suspiria, dà voce ad un dialogo insieme a Luciano Manicardi, priore della Comunità di Bose.

I pensieri del regista

In un’intervista a Repubblica Dario Argento sostiene che i terrori della notte sono un po’ come i nostri sogni. “Per quanto mi riguarda sono un tutt’uno con le mie fantasie, vivono con me. Insomma, io non ne ho paura. Perché, con loro, mi trovo in buona armonia”. La notte per lui rappresenta infatti il riposo, il solo momento in cui è possibile rielaborare tutti quei pensieri a cui durante il giorno non riusciamo a dare un ordine.

Il regista, durante l’intervista, porta a riflette a come nel corso dei secoli le nostre paure siano mutate. Se prima gli uomini temevano il buio per paura di essere aggrediti da animali che non riuscivano a vedere, oggi ciò che intimorisce l’uomo nelle ore più buie sono i suoi stessi pensieri, che il maestro definisce addirittura “feroci”.

Sebbene Dario Argento viva stabilmente nella capitale, trova che Torino sia una città di riferimento: “per me è come tornare a casa”. In particolare, è legato ad alcuni luoghi metafisici della città: Piazza Cln, Villa Scott (set di Profondo Rosso), i palazzi di Mirafiori intorno alla Fiat.
Ciò che preoccupa il maestro dell’horror fino a renderlo pessimista nei confronti della società odierna sono le forme esagerate di rabbia, soprattutto se ad arrabbiarsi sono delle figure che hanno a vario titolo delle responsabilità pubbliche: “Le incomprensioni scattano al semaforo come sui social media e nella politica. Le forme esagerate di rabbia non hanno mai un senso, specie se si hanno delle responsabilità pubbliche a vario titolo”.