L’arte come specchio della società, in questo caso della politica. È Andrea Villa, giovane artista torinese, uno dei più efficaci interpreti di questa massima. Grazie ad una sapiente reinterpretazione della Street Art, l‘anonimo “Banksy torinese” riesce con i suoi manifesti a colpire dritto nelle contraddizioni di un sistema politico che sembra privo di bussola. Di lui si sa poco: membro della Generazione Z (post Millennials) e affetto dalla sindrome di Asperger, i suoi lavori vengono conservati più che sulla strada nelle pagine social. Come racconta nell’esclusiva intervista a The Social Post, Villa è riuscito a sfruttare il web per diffondere e conservare la sua arte, tanto da autodefinirsi uno “street artist 2.0“. I riconoscimenti non sono solo virtuali: una mostra dei lavori di Andrea Villa è attualmente visitabile presso la galleria Riccardo Costantini Contemporary di Torino. L’eloquente titolo della kermesse è, non a caso, “Salotto borghese – Italia agli immigrati”.
Andrea Villa in mostra a Torino
Che ci sia una forte impronta politica nell’arte di Andrea Villa è fuor di dubbio. Lo stesso nome della mostra, spiega l’artista, racchiude il focus dei suoi lavori. Al vernissage è stata presentata la performance in collaborazione con il rapper Mu So, di origine guineane, rinchiuso dentro una gabbia. Il visitatore doveva lanciare una monetina per farlo iniziare a cantare: “L’opera è un punto di visione della società borghese nei confronti dell’immigrazione, vista da un punto molto stereotipato“, spiega Villa.
“È come se in qualche modo fosse sotto il giogo dello spettatore“, continua l’artista, “Lo spettatore decide cosa farne di lui. È lì per intrattenere l’italiano medio, come gli immigrati lo sono dal punto di vista mediatico per la stampa“. Anche le opere appese ai muri, al di fuori dei contenuti, sono esse stesse un messaggio per le dimensioni e i formati: “Ci sono questi quadri molto piccoli, facilmente vendibili, ottimi da mettersi in casa. È una satira anche nei confronti del mercato dell’arte. Non ho creato quei quadri perché volessi ‘sfottere’ o insultare chi compra opere facilmente mettibili in soggiorno, ma semplicemente essendo una parodia della società dell’italiano medio ho creato delle opere d’arte che rappresentassero lo stesso“.
Il “Banksy torinese”: anonimo per tutela
Affrontando dei temi così caldi, e che molto toccano le coscienze, si rischia di attirare attenzioni non richieste, che poco o nulla hanno a che fare con una società che accetta l’arte come forma di libera espressione. Per questo Andrea Villa indossa un casco stile Daft Punk quando interviene in pubblico. “Indosso la maschera perché ho subito delle minacce di Forza Nuova. Hanno esposto uno striscione denigratorio nei miei confronti di fronte alla sede dell’Anpi di Orbassano, con cui ho avuto un meeting col presidente e ci siamo chiariti e fatti solidarietà a vicenda. Su un post su Facebook mi hanno minacciato apertamente“, racconta.
La lettura dell’attualità di un artista “Generation Z”
Andrea Villa ha affrontato in diverse opere le altalenanti avventure di questa travagliata legislatura. La sua visione di un’attualità politica confusa e spesso vittima di interessi di circostanza viene espressa in tutta la potenza critica da alcune opere come Paneangeli, dove Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti vengono rappresentati come i putti raffigurati sulle confezioni del celebre lievito per dolci. Un mix di satira e pop art che fa riflettere. “Penso che siamo arrivati da un punto di vista politico a una situazione di paradosso, dove c’è una disillusione totale nei confronti della classe politica“, spiega Villa, “dovuta anche al fatto che il Movimento 5 Stelle, che doveva essere di rottura, di cambiamento, è stato fagocitato molto velocemente dalla politica stessa. C’è una sorta di nichilismo percettivo dei giovani nei confronti della politica contemporanea“.
Per le nuove generazioni l’attivismo politico sta cambiando: “Ho notato che molti giovani stanno portando le loro forze rivoluzionarie, le loro ideologie di rottura, dal Movimento 5 Stelle a movimenti più green, ad esempio Fridays For Future. Ha molta presa nei confronti dei giovani, che comunque si stanno allontanando dalla politica in generale. La vediamo più come una soap opera, un fenomeno di costume, alla pari di Maurizio Costanzo e di Albano Carrisi“. Proprio Paneangeli rappresentava “questo momento kitsch della situazione politica italiana. Il manifesto è kitsch proprio perché rappresenta come viene vista la politica dai giovani. Qualcosa di ridicolo e assolutamente distaccato dal contesto reale“.
Da Street Art a Social Art? La trasformazione del mezzo
Andrea Villa non si considera uno street artist, come altri artisti che si muovono nel panorama torinese ed internazionale, come Mister Pink. Benché i suoi manifesti vengano appesi per strada, non è lì che trovano il proprio habitat. “Io mi ritengono più uno street artist 2.0, i miei lavori funzionano perché sono analizzati e percepiti sui social media. Tant’è che il mio manifesto viene staccato dopo due, tre giorni. Rimane veramente poco sulla strada, il motivo per cui viene usufruito dalla gente è perché si trova sul media web. Per questo 2.0, sono già della generazione dopo. Quelli lì (gli street artist, nda) sono quelli prima di noi, noi siamo quelli che analizzano la realtà da un punto di vista successivo“. A differenziarlo dal “filone Banksy” c’è anche la mancanza di una stringente critica contro il sistema capitalista. “Non sono contro le multinazionali e non sono contrario alle aziende o alle corporations“, specifica.
La sindrome di Asperger come risorsa
In merito alla sindrome di Asperger di cui Andrea Villa è affetto, la questione è molto semplice. Come altre persone con questo disturbo, l’artista ha deciso di viverla come un vantaggio in più. “Mi ha dato la possibilità di avere una forte creatività. La sindrome di Asperger è molto mistificata dalla società perché è collegata a una visione da ritardo mentale. In realtà è l’esatto contrario, perché le persone affette da questa sindrome sono molto geniali, molto brave. Non lo dico per autocomplimentarmi, ma sono dati che parlano“.
Steve Jobs, Bill Gates e Greta Thunberg, la giovanissima attivista per il clima, sono solo alcuni dei più famosi personaggi con sindrome di Asperger. Proprio la giovane attivista svedese ha ispirato Andrea Villa: “Il motivo per cui io sponsorizzo molto il movimento Fridays for Future, e che tengo tanto a quel movimento, oltre alle questioni ambientali, è anche per il fatto che Greta Thunberg è stato il primo personaggio pubblico ad arrivare ad onor delle cronache e a diventare apprezzata da molti proprio per la sua condizione. È il primo personaggio che è dichiaratamente a livello mediatico diventato famoso per quello. Quella sindrome è quello che l’ha resa famosa, mentre per esempio per Steve Jobs è una questione secondaria del suo personaggio. Per me è una grande cosa perché fa capire magari a molti giovani che magari avere questa sindrome può essere una forte risorsa, oltre che a non essere un problema dal punto di vista sociale“, conclude.
Le nuova e vecchie battaglie
Rispetto proprio all’evoluzione dell’attivismo, l’artista commenta: “Ci sono sempre stati dei modi per contrastare la società, o comunque ci sono state mode e movimenti in cui i ragazzi non si sentivano allineati con il sistema odierno“, spiega Andrea Villa, parlando del punto di arrivo odierno con i Fridays for Future. Un movimento epocale che sta mobilitando milioni di ragazzi in tutto il mondo.
“Secondo me c’è sempre una fetta di giovani che cerca di trovare il modo per esprimere loro stessi contro il sistema o comunque cercando un punto di vista rivoluzionario“, continua, “È una cosa normale ed è giusto che sia così. Ci sarà sempre, nel senso che adesso il motivo per il quale questo movimento si sviluppa è che c’è una forte impellenza legata al clima, che è innegabile. Penso che continuerà a crescere, anche perché è riuscito a trovare un contesto molto più friendly rispetto ad altri movimenti più underground. Andrà meglio questa volta“.