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Luca Sacchi: la pista della droga dietro il delitto

Pubblicato: 25/10/2019 14:17

Le indagini sulla morte del 24enne Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa per una presunta rapina, procedono a ritmo serrato. Nella notte del 24 ottobre, due giovani sono stati fermati e sottoposti a interrogatorio in questura, e in queste ore sono stati trasferiti nel carcere di Regina Coeli. Si tratta dei 21enne Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, entrambi romani e, stando a quanto riportato dall’Ansa, individuati dopo un primo tentativo di nascondersi. Sullo sfondo delle dichiarazioni che i due avrebbero reso agli inquirenti si staglierebbe l’ipotesi di un movente legato alla droga, circostanza completamente esclusa dalla fidanzata della vittima, sopravvissuta all’aggressione.

Uno dei sospettati denunciato dalla madre

La madre di uno dei due fermati nell’ambito delle indagini sull’omicidio del 24enne Luca Sacchi avrebbe messo gli inquirenti sulle sue tracce. Sarebbe stata lei, secondo quanto emerso finora, a denunciare il figlio presentandosi in un commissariato di Roma nella notte del 24 ottobre scorso.

Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell’omicidio di Luca Sacchi, ha fatto una cazzata“: sarebbero queste le parole pronunciate dalla donna davanti agli inquirenti, le cui indagini hanno subito una decisiva accelerazione e sono sfociate nel fermo di 2 giovani.

L’autore materiale di quella che è stata definita una “esecuzione” sarebbe incensurato, mentre sul complice penderebbero dei precedenti per reati legati alla droga. E sarebbe quest’ultima, stando a quanto riportato dall’Ansa, una delle piste più robuste intorno alla ricostruzione del movente dietro il delitto.

Al termine di un lungo interrogatorio, i 21enni romani Valerio Del Grosso e Paolo Pirino sono stati trasferiti in carcere, a Regina Coeli, con l’accusa di concorso in omicidio.

La fidanzata nega l’ipotesi della droga

Ai microfini del Tg1, la fidanzata di Luca Sacchi, che il giovane avrebbe difeso da un tentativo di rapina, ha definito impossibile la sussistenza di un movente legato a questioni di droga: “Luca è amore, è uno sportivo, non è quello che si dice di lui“.

Anche il padre di Luca, raggiunto dai cronisti, ha descritto il ragazzo come persona lontana anni luce da sfumature legate alla galassia dell’illecito: Mio figlio era uno sportivo, non beveva e non fumava, era lì soltanto per controllare il fratello minore“.

Ma gli inquirenti, secondo quanto ricostruito finora, avrebbero in mano elementi importanti per ritenere quantomeno verosimile questo scenario, che si prefigura come antitetico al ritratto della vittima fatto da amici e parenti.

L’arma del delitto, una pistola, non è stata ancora ritrovata. Il dirigente della Squadra mobile di Roma, Luigi Silipo, ha confermato che la macchina investigativa ha agito tempestivamente e i giovani arrestati non si sono costituiti ma sono stati rintracciati dalle forze dell’ordine impegnate in quella che è stata definita una “indagine lampo”.

Entrambi avrebbero cercato di nascondersi, uno in un residence e l’altro in un’abitazione. L’auto a bordo della quale si sarebbero allontanati dopo l’omicidio è stata posta sotto sequestro.

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2019 14:34