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Venezia: la marea record, il litorale scomparso e lo spettro del Mose

Pubblicato: 14/11/2019 11:10

Venezia è una città in ginocchio dopo la marea record che ha sommerso tutto, gli antichi tesori e i nuovi sogni di una Serenissima che cerca risposte. Oggi, a due giorni dal picco d’acqua che ha travolto gran parte della laguna, sotto 187 centimetri di incognite e paura, il bilancio dei danni è ancora di impossibile definizione. Mentre i media di tutto il mondo si affacciano sull’immane disastro, che ha visto un intero litorale inghiottito nel volgere di poche ore, l’Italia fa i conti con lo spettro del Mose, la struttura che avrebbe dovuto proteggere dai rischi di eventi simili e, invece, dal 2003 non ha mai visto l’alba della sua operatività.

Il litorale devastato

I danni del maltempo (che ha causato la morte di 2 persone a Pellestrina) e della marea record che ha sommerso Venezia si sono estesi su tutto il litorale, dove insistono criticità ancora senza un calcolo definito.

L’acqua ha inghiottito spiagge e travolto attività ricettive lungo la costa veneta, fino a far scomparire i tratti consueti di un’area che oggi è devastata, sfregiata dagli esiti di un’ondata di marea che non si tarda a definire eccezionale.

I danni si sono estesi ai centri di Jesolo, Bibione, Eraclea Mare, Chioggia e Caorle, e molti altri se ne aggiungono a una conta ancora tutta da scrivere. Chiesto lo stato di emergenza, mentre si cerca di capire l’esatta entità di ciò che è andato perso per sempre, tra edifici e strutture balneari, e che occorrerà ricostruire.

Da UnionMare Veneto, associazione per la tutela del patrimonio balneare regionale, il resoconto di una situazione drammatica: “L’ultima notte di mareggiate – si legge sulla pagina Facebook dell’organizzazione – è stata fatale per la costa veneziana. Ingenti i danni registrati da Unionmare Veneto, che ha già deciso un incontro urgente della Giunta per fare il punto della situazione e per decidere come intervenire e probabilmente chiedere stato di calamità naturale“.

Mose, uno spettro che riemerge dal disastro

Il disastro in Veneto ha fatto riemergere lo spettro del Mose incompiuto – con la prepotenza propria del senno di poi -, che attende di vedere l’alba della sua operatività da anni.

La costruzione è iniziata nel 2003, e il sistema di paratie che avrebbe dovuto proteggere da simili disastri non è mai entrato in funzione. Troppe domande intorno, finora nessun orizzonte definito.

Le parole del premier Conte, affidate ai microfoni dell’Ansa, integrano quanto già espresso dal governo a margine dello stato più acuto dell’emergenza: “Per Venezia c’è un impegno a 360 gradi, c’è una situazione drammatica in una città unica, ci dobbiamo essere“.

Il Mose è il nodo gordiano di un tessuto di criticità abbattutesi a cascata sull’intero litorale, dopo una diluizione dei tempi di costruzione (con annesse inchieste per corruzione) che hanno fatto da sigillo a uno stallo non più tollerabile.

Il primo ministro confida nella pronta ripresa delle attività per la conclusione dell’opera:Ormai sono stati spesi tantissimi soldi ed è in dirittura finale, ora va completata e poi manutenuta“.

Di cosa si tratta? Il Mose (Modulo sperimentale elettromeccanico) è un’opera nata con la finalità di difendere la laguna di Venezia dalle acque alte. A regime, dovrebbe comprendere un sistema di 78 paratoie mobili posizionate in tre bocche di porto: Lido, Malamocco e Chioggia.

Le alte maree sono una spada di Damocle sull’intera area, e l’ultimo stop ai test sulla barriera posata alla bocca di porto di Malamocco, risalente allo scorso ottobre, ha infiammato un dibattito mai del tutto estinto.

Il costo totale di quello che è diventato il ‘fantasma faraonico’ di Venezia è di circa 7 miliardi di euro. Avrebbe dovuto essere completato entro il 2016, ma 3 anni dopo si è davanti a un nulla di fatto, con il peso terribile dell’emergenza e una previsione di conclusione datata 31 dicembre 2021.

Zaia: “Scenario apocalittico”

Le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sono arrivate a dare un quadro complessivo della situazione che Venezia e la sua laguna si trovano ad affrontare.

Siamo di fronte ad uno scenario apocalittico su Venezia e tutto il litorale“, si legge nel comunicato stampa, diffuso sul sito istituzionale, in cui sono contenute alcune osservazioni del governatore.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha parlato chiaramente delle priorità ai microfoni di Tagadà: “Chiesto lo stato di crisi. Servono risorse importanti. Necessario finire il Mose, l’acqua non si ferma con le mani o con i discorsi“.

*immagine in alto: fonte/Twitter Vigili del Fuoco, frame video (dimensioni modificate)

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2021 12:46