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Massimo Bossetti, difesa sul piede di guerra: “C’è materiale per rifare Dna”

Pubblicato: 28/11/2019 09:16

Prova regina che ha incastrato Massimo Bossetti al profilo del presunto assassino ‘Ignoto 1’, il Dna è il nodo gordiano intorno al caso Yara Gambirasio. La difesa del muratore di Mapello, condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio della 13enne, incalza sulla necessità di una nuova perizia sul materiale genetico isolato sul corpo. Esame che non è mai stato fatto in contraddittorio e che ora torna in testa alle cronache con un’esclusiva del settimanale Oggi.

Massimo Bossetti: la battaglia sul Dna

A Bossetti, che si dichiara da sempre innocente, non è mai stata concessa una superperizia su quella che è la traccia a lui attribuita dall’accusa, la 31G20, e che lo ha di fatto inchiodato alla cornice del lucido assassino ‘Ignoto 1’.

C’è da sempre una questione, portata avanti dalla difesa rappresentata dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini: l’anomalia sulla presunta imprecisione del Dna, definito dai legali ‘contraddittorio’ per la presenza di un mix di nucleare dell’imputato e mitocondriale di un soggetto mai entrato nel fuoco investigativo. Uno sconosciuto o ‘Ignoto 2’, insomma. “Può esistere questo in natura?” si chiede Salvagni.

“Quel Dna non può essere mio. Se fossi l’assassino sarei un pazzo a chiedervi di ripetere l’esame, vi imploro di fare questa verifica“, ha dichiarato a più riprese Bossetti dalla sua cella.

Nel 2018 la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo, sigillando, di fatto, la definitiva chiusura di un percorso giudiziario costellato di battaglie e interrogativi durante tutti i 3 gradi di giudizio.

Il ricorso contro la sentenza, presentato dalla difesa alla Corte europea dei Diritti dell’uomo, è stato dichiarato inammissibile e anche quella porta si è chiusa intorno al destino del detenuto. Ma un’esclusiva del settimanale Oggi torna a far tuonare gli avvocati di Bossetti proprio sulla superperizia.

“Esiste materiale per rifare l’esame”

Esiste materiale genetico per rifare il Dna a Massimo Bossetti“. È questa lapidaria affermazione a suonare come chiave di volta per la difesa del muratore di Mapello condannato al fine pena mai per il delitto della 13enne Yara Gambirasio.

A dichiararlo sarebbe stato Giorgio Casari, docente di genetica e consulente dell’accusa, al settimanale Oggi: “Il Dna di Ignoto 1 è sempre stato al San Raffaele. L’abbiamo conservato. E c’è ancora“. La Procura di Bergamo lo avrebbe richiesto e si starebbe procedendo alla restituzione, secondo le parole di Casari.

Salvagni ha dichiarato di essere pronto a una denuncia per frode processuale, perché una nuova analisi sul Dna sarebbe sempre stata negata per esaurimento dei reperti: “Il materiale genetico c’è sempre stato e c’è ancora. E la Procura lo ha sempre saputo. La superperizia si può e si deve fare“.

Repubblica riporta le dichiarazioni di Giorgio Portera, genetista nominato dalla famiglia di Yara Gambirasio, che sottolinea l’assenza di novità in merito alla notizia che ci fossero ancora degli estratti di materiale in custodia. “Queste porzioni – ha aggiunto – sono intorno alla traccia 31G20 che ha dato la compatibilità più forte con Bossetti, che è esaurita“.

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2019 09:32