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Pensioni scuola: polemiche dei sindacati sulle disposizioni del Ministero

Pubblicato: 13/12/2019 15:33

Il Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca ha emanato la circolare con cui vengono fornite le informazioni riguardanti le pensioni del personale della scuola per il 2020. La circolare era molto attesa, perché contiene i requisiti per l’invio delle domande di pensionamento per docenti, dirigenti e personale amministrativo del settore. La scadenza per la presentazione delle domande è stata fissata per il 30 dicembre 2019 (28 febbraio 2020 per i dirigenti), una data molto ravvicinata che ha provocato varie proteste da parte dei sindacati. Vista la complessità delle pratiche e la necessità di una corretta informazione, le organizzazioni dei lavoratori avevano chiesto di posticipare il termine al 15 gennaio.

I requisiti per andare in pensione

La tabella allegata alla circolare, condivisa con l’Inps, indica i requisiti contributivi ed anagrafici per conseguire la pensione di anzianità e la pensione anticipata, compresa Quota 100. Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia rimane il requisito legato al compimento dei 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi, mentre per la pensione anticipata è richiesta un’anzianità contributiva di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. Accanto a ciò è prevista la possibilità di usufruire di Quota 100, al raggiungimento dei 62 anni di età e almeno 38 anni di contributi. Confermata inoltre la cosiddetta Opzione donna per le lavoratrici che hanno almeno 58 anni di età e 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre 2018.

La reazione dei sindacati

La scadenza così ravvicinata, sottolineano i sindacati, potrebbe creare non poche difficoltà, soprattutto in merito alla lavorazione delle pratiche: “Insieme alle altre organizzazioni sindacali – si legge sul sito di Flc Cgil – solleciteremo il MIUR affinché proroghi i tempi di scadenza per la presentazione delle domande”. L’altra grande questione riguardava la conferma di Quota 100, che per Marcello Pacifico, presidente di Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), potrebbe rivelarsi penalizzante: “Come sindacato, Quota 100 è trattamento definito al limite del ricatto, verso chi ha lavorato una vita e ora, a un passo dal traguardo, si trova a pagare un pegno”.

Secondo Pacifico, non sarebbe giusto mandare in pensione il personale docente a 62 anni, con decurtazioni, in considerazione dello stress psico-fisico notevole a cui è sottoposto chi opera nella scuola. Il sindacato ribadisce perciò la necessità di inserire l’insegnamento all’interno dell’Ape social, l’anticipo pensionistico sociale dedicato, tra gli altri, a chi effettua mansioni gravose e usuranti.