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Giulio Regeni, i pm: ” Sono stati fabbricati dei falsi per depistare le indagini”

Pubblicato: 17/12/2019 19:28

Intricato e complesso quello che viene a galla oggi durante la seduta della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte quanto mai sospetta di Giulio Regeni, il dottorando italiano trovato morto il 3 febbraio del 2016 con evidenti segni di tortura sul corpo nella periferia del Cairo, in Egitto.

Giulio Regeni, i pm in audizione

Secondo quanto descritto da Sergio Colaiocco, sostituto procuratore, e Michele Prestipino, procuratore facente funzioni di Roma, dietro la morte di Giulio Regeni sarebbe stata architettata una vera “ragnatela”. “Intorno a Giulio Regeni – riporta Ansa, riprendendo le parole dei pm ascoltati oggi nel corso della prima audizione della Commissione d’Inchiesta sull’omicidio del dottorando friulano – É stata stretta una ragnatela dalla National Security egiziana già dall’ottobre prima del rapimento e omicidio“. Numerose le persone coinvolte nella morte del dottorando per i pm tra cui figurerebbero il coinquilino avvocato, il sindacalista degli ambulanti e Noura Whaby, un nome venuto a galla in più occasioni in riferimento all’amica che in più occasioni avrebbe aiutato Regeni nelle traduzioni.

I numerosi depistaggi: dall’incidente stradale al movente sessuale

Siamo riusciti a ricostruire il contesto dell’omicidio, i giorni precedenti al sequestro, l’attività degli apparati egiziani nei confronti di Giulio culminata col sequestro, riuscendo a sgomberare il campo da ipotesi fantasiose sul sequestro, dall’attività spionistica alla rapina“, sono le parole di Michele Prestipino, riportate da Ansa, e rilasciate in corso dell’audizione in cui sono venute alla luce tutte le difficoltà riscontrate dai pm nella ricostruzione dell’omicidio di Regeni a partire dalla complicata situazione che non ha permesso di coordinare in maniera lineare l’attività giudiziaria italiana e egiziana. “Nell’immediatezza dei fatti sono stati fabbricati dei falsi per depistare le indagini. In primis l’autopsia svolta a Il Cairo che fa ritenere il decesso legato a traumi compatibili con un incidente stradale – le parole di Colaiocco – Altro depistaggio è stato quello di collegare la morte di Giulio ad un movente sessuale: Regeni venne fatto ritrovare nudo“.

La tortura perpetuata nel tempo

L’autopsia eseguita in Italia ha dimostrato che le torture sono avvenute a più riprese, tra il 25 gennaio e il 31 gennaio – prosegue sempre Colaiocco in aula – L’esame della salma depone per una violenta azione su varie parti del corpo. I medici legali hanno riscontrato varie fratture e ferite compatibili con colpo sferrati con calci, pugni, bastoni e mazze. Giulio è morto, presumibilmente, il 1 febbraio per rottura dell’osso del collo“.