Vai al contenuto

Alima, insultata dopo la morte della figlia: “Non sono una scimmia, sono una mamma”

Pubblicato: 19/12/2019 14:43

Nei giorni scorsi era trapelata la triste notizia della morte di una bambina di 5 mesi, resa ancora più tragica da quanto accaduto attorno alla vicenda. Al pronto soccorso, qualcuno ha rivolto insulti razzisti alla madre che si stava disperando per la morte della sua bambina. L’ondata di indignazione ha scosso l’opinione pubblica e sulla questione è intervenuta anche la diretta interessata.

Il caso dell’ospedale di Sondrio

Perdere una figlia e scoprire che nel frattempo a poca distanza qualcuno rivolge insulti razzisti e dice cose come “tanto ne sfornano un altro“. Alima, giovane nigeriana, ha dovuto fare i conti con questo quando nello scorso weekend, all’ospedale di Sondrio ha perso la bimba di 5 mesi, per una caso di sospetta morte in culla. A seguito delle sue urla disperate, numerose testimonianze hanno riportato che nella sala d’attesa alcune persone l’hanno chiamata “scimmia, ipotizzato riti tribali e molto altro.
Per i Carabinieri non ci sono stati insulti, ma le stesse testimonianze dirette avevano riportato che i militari erano altrove e che questi insulti non sono stati gridati. A dare voce inizialmente voce alla notizia, una giovane maestra e consigliera comunale, Francesca Gugiatti, che è stata anche sentita in Questura.

Le reazione della madre della bimba

Dato il clamore della vicenda, che è rimbalzata su notiziari e quotidiani suscitando un’ondata di rabbia anti-razzista, Repubblica ha intervistato la sfortunata protagonista di questa doppia tragedia. Al quotidiano, Alima ha dichiarato: “Se mentre mia figlia moriva qualcuno mi ha insultata perché sono nata in Nigeria, non ho nulla da dire. Sono loro casomai a dovermi spiegare come si fa a trasformarsi in persone così“. Tra le frasi riportate dall’intervista a repubblica, c’è n’è una destinata a riassumere la vicenda: “Non sono una scimmia, sono una mamma“.
Proprio sulla sua bambina ha altre parole da spendere: “Mistura era il regalo del cielo per essere riuscita a scappare dalla fame, la speranza di una vita più umana“.

Le parole del direttore del pronto soccorso

Oltre le struggenti parole della madre, sono numerose le voci che si sono schierate contro questo episodio di razzismo. In primis l’ospedale stesso. Il direttore del Pronto Soccorso Raniero Spaterna ha raccontato la reazione della madre, descrivendolo come un diverso modo culturale di approcciarsi alla morte. Sugli insulti, invece aggiunge: “Quando l’abbiamo saputo eravamo sconvolti, è stato uno choc“.
Ha poi fatto notare che a Sondrio non sono, fortunatamente, tutti così: è stato un italiano infatti a portala in ospedale, quando la donna è scesa in strada con la bambina per cercare aiuto. Una piccola, magra consolazione.

Le voci della politica

Nella giornata di ieri era arrivata subito la reazione di Anna Ascani, Viceministro dell’Istruzione. Alla sua, si sono aggiunte anche altre voci, come quella di Giorgia Meloni. In un post, la leader di Fratelli d’Italia ha detto: “Da madre non posso che provare profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata dal dolore più atroce che un essere umano possa provare“.
Forte condanna anche da parte del sindaco di Milano Pisapia, che parla di pietà morta in quel di Sondrio e di “vicenda che fa correre i brividi sulla schiena“.