Va avanti da due mesi la protesta in Cile, iniziate per l’aumento delle tasse sui trasporti pubblici, e le notizie delle violenze perpetrate dalle forze dell’ordine contro i manifestanti assumono contorti sempre più oscuri. Il Paese latinoamericano è scosso da una profonda crisi sociale ed economica, ma il governo di Sebastián Piñera non sembra intenzionato ad ascoltare alle richieste della popolazione, afflitta da crescenti diseguaglianze economiche. L’ultimo scioccante filmato sta diventando in poco tempo virale. Nel video si vede un giovane manifestante schiacciato tra due mezzi pesanti dei Carabineros. Il 20enne non è in pericolo di vita ma ha riportato gravi ferite.
Cile, manifestante di 20 anni schiacciato tra due blindati
Le immagini mostrano le proteste a Plaza de la Dignidad, dove i manifestanti stavano combattendo quella che sembra una vera e propria guerriglia urbana. Nel caos di persone che assaltano i mezzi delle forze dell’ordine, si vedono due blindati senza numeri identificativi, come sottolinea Piensa Prensa.
I mezzi si lanciano l’uno verso l’altro, schiacciando un ragazzo di circa 20 anni, non in pericolo di vita, ma che ha riportato 4 fratture, lo schiacciamento dell’uretra e altri traumi. “Questi fatti non sono isolati, Oscar fa parte di migliaia di vittime della violenza di Stato, che ha paura della forza della sua gente“, ha scritto la sorella su Twitter.
Le violenze delle forze dell’ordine in Cile
La brutale repressione del governo di Piñera sta registrando migliaia di feriti. El Pais riporta della tattica dei Carabineros di ferire in faccia i manifestanti: dal 18 ottobre, giorno dell’inizio delle proteste, si sono registrate 359 persone con ferite agli occhi e molti, anche giovanissimi, hanno perso in parte la vista.
In altri video delle proteste si vedono militari che sparano lacrimogeni ad altezza uomo e vicinissimi alle persone in strada. Secondo i dati riportati da Amnesty International, almeno 18 persone sono morte durante le proteste. Segnalazioni di torture e stupri da parte delle forze dell’ordine ai danni dei 2300 arrestati continuano a pervenire all’organizzazione per i diritti umani. E il Cile continua a sprofondare inesorabilmente nel caos.