La Cassazione si è pronunciata favorevolmente nell’ambito di un ricorso per la coltivazione della cannabis in casa. Da adesso sarà legale coltivarla in casa, in piccole dosi e per uso personale.
L’apertura della Cassazione
La grande polemica relativa all’utilizzo della cannabis light risale a giugno di quest’anno. La questione era sorta dopo una sentenza della Cassazione che vietava la vendita dei derivati della cannabis, anche nella sua versione light. Questa, infatti, perché comunque prevedeva “l’idoneità della medesima sostanza a produrre, in concreto, un effetto drogante“.
Adesso invece le Sezioni Unite Penali della Cassazione si sono espresse circa un ricorso del 21 ottobre e relativo alla coltivazione in casa della pianta. In questo caso, la sentenza è molto più aperta nei confronti della materia.
Sì alla coltivazione se non per spaccio
Come riportano numerose fonti, la Cassazione non ha modificato l’illegalità della cannabis, ma ha allargato i confini del reato di coltivazione di stupefacenti. Da un lato “è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza“. Dall’altro, sono state poi specificate alcune condizioni affinché lo stesso sia applicabile. Non sono riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale infatti “le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore“.
In sostanza, è permessa la coltivazione per uso domestico e in piccola quantità.
La reazione della politica
La sentenza ha stabilito così che il bene giuridico della salute pubblica non viene compromesso da chi coltiva cannabis per se stesso. Una decisione che ha dello storico e di cui devono ancora essere chiarite le motivazioni, ma arrivano già primi pareri positivi dalla politica. Nello specifico, sono arrivate le parole del senatore M5S Matteo Mantero. “Ancora una volta la giurisprudenza fa le veci di un legislatore vigliacco” ha scritto su Facebook.
“Oggi – continua Mantero- si mette fine alla stortura tutta italiana di una legge che consegnava il mercato monopolista delle droghe leggere nelle mani della mafia“. Il senatore si augura poi che “il legislatore si svegli, la smetta di sottrarsi al proprio dovete e si decida ad affrontare questi temi ‘scivolosi’ o ‘divisivi'”.