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Gli scienziati dicono che gli alieni non sono come li immaginiamo

Pubblicato: 03/01/2020 00:01

Che non siamo le uniche forme viventi nell’universo lo pensano in molti, da tantissimi anni. Quando a diffonderlo è la scienza, ci si convince ancora di più che sia così. A parlare della vita intelligente extraterrestre è Seth Shostak del SETI Institute di Mountain View, che ribadisce: “Presuntuoso pensare che la Terra sia l’unico pianeta con forme di vita”. Grazie ai nuovi studi, gli alieni potrebbero rivelarsi diversi da come li abbiamo sempre immaginati.

Alieni diversi dall’immaginario

A tutti gli effetti, gli alieni potrebbero avere un aspetto diverso dall’immaginario comune. Questo perché il modello di base da cui partiamo per interrogarci su altre possibili forme di vita è quello della nostra Terra. Pensiamo che esista un solo modo di stare al mondo, il nostro. Anche portando agli estremi l’immaginazione, sarà difficile uscire dallo schema mentale che il modo in cui viviamo ci impone.

Lo afferma anche Seth Shostak, esperto di intelligenza extraterrestre, in un pezzo scritto per il New Scientist. Come racconta lo studioso, non vuol dire che le nuove forme di vita siano alle porte. Gli addetti studiano il sistema solare da tempo ormai, e se ci fossero forme di vita diverse dalle nostre nelle vicinanze, se ne sarebbero accorti. Tuttavia, “La nostra tecnologia per spiare la vita a distanza è rudimentale. Per scoprire qualcosa di più grande dobbiamo andare oltre, ribadisce.

Circa 50 miliardi di pianeti abitabili

In media, ogni stella della Via Lattea ha un pianeta in orbita. Secondo gli esperti, un quinto delle stelle in questione potrebbe avere un pianeta propenso ad ospitare la vita, per un totale di circa 50 miliardi di pianeti potenzialmente abitabili. L’imminente lancio del James Webb Space Telescope e la costruzione dell’Extremely Large Telescope in Cile, attrezzature all’avanguardia, gli studiosi ipotizzano di poter fare quel passo in avanti che gli permetterà di scoprire forme di vita complesse (e non solo di vita microbica).

In ogni caso, questo confermerebbe la teoria, già molto condivisa, del “Non siamo soli”. L’evoluzione degli strumenti di lavoro, quindi permetterà di farci scoprire angoli di universo ancora ignoti e, come sostiene l’astronoma Kaltenegger, “Penso che qualunque cosa possiamo immaginare, la diversità della vita se esiste là fuori ci lascerà a bocca aperta”.

Immagine in evidenza\Pixabay