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Piersanti Mattarella: 40 anni fa l’omicidio del fratello del Presidente della Repubblica

Pubblicato: 05/01/2020 19:43

Il 6 gennaio 2020 una seduta solenne dell’Assemblea regionale siciliana ricorda il 40esimo anniversario dell’omicidio del presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella. Presente anche suo fratello, l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In occasione della cerimonia, ha parlato all’Agi Rino La Placa, già parlamentare regionale, oltre che uno degli uomini più vicini sia a Piersanti Mattarella che al fratello Sergio. “Tutte queste iniziative non devono avere un carattere devozionale. Bisogna recuperare, nella realtà della politica, tutta l’esperienza di Piersanti Mattarella e reinterpretarla nella società odierna, ha spiegato La Placa. “Piersanti Mattarella è stato un innovatore, apparteneva ad una famiglia impegnata in politica in modo rilevante“.

Un politico stimato da tutte le correnti

Piersanti Mattarella fu Consigliere comunale di Palermo nel 1964. Poi ricoprì il ruolo di deputato al Parlamento Regionale nel ’67, nel ’71 e nel ’76. Nel 1978, a 40 anni, divenne Presidente della Regione Sicilia, carica che mantenne fino al fatidico 6 gennaio del 1980. Quel giorno nefasto la mafia lo assassinò. Il fatto che tutte le correnti si fossero concentrate su di lui e che fosse stato eletto con una maggioranza parlamentare larghissima, che comprendeva, per la prima volta, anche il Partito Comunista, costituiva il riconoscimento della sua serietà, competenza e affidabilità. Era giovane ma molto maturo”, ricorda La Placa. “Negli anni aveva fatto lodevolmente l’assessore al Bilancio, ruolo a cui dedicò tante energie per conseguire la regolarità dei conti, la parifica dei bilanci, un efficiente utilizzo delle risorse regionali con una moderna visione di programmazione della spesa”.

Il meridionalismo: superare il divario fra Nord e Sud

“Volle essere un innovatore e lo fu. Si preoccupò di formare i giovani alla politica ed organizzava periodici incontri con l’elettorato, al fine di renderlo adulto e consapevole. Il suo pressante invito ai giovani era quello di studiare e di apprendere, per ottenere una propria posizione lavorativa e raggiungere così una indipendenza economica, al fine di considerare la politica un prezioso e disinteressato servizio alla collettività per il bene comune. Non, quindi, il professionismo della politica ma la politica fatta con competenza e professionalità”. Piersanti Mattarella fu inoltre un grande sostenitore del meridionalismo, afferma La Placa, inteso come “impegno per porre al centro di ogni politica di sviluppo del Paese il superamento del divario territoriale tra Nord e Sud. A tal fine, riteneva assai importante il collegamento operativo tra le regioni meridionali per una costante vigilanza sull’azione del governo nazionale”.

Le “carte in regola”: l’impegno per la legalità

Ciò significava, spiega La Placa, “reclamare i propri diritti in nome dell’unità nazionale e del principio costituzionale di solidarietà. A questa visione è legata la sua espressione di avere le “carte in regola“, espressione con la quale intendeva sottolineare il dovere, per la classe politica meridionale, di portare avanti un’azione politica rigorosa, seria e lungimirante”. Per il suo nobile impegno per la trasparenza, la legalità e la lotta contro la mafia pagò ingiustamente il prezzo più alto: la sua vita. La sua impostazione era assolutamente contraria alla mentalità mafiosa, conclude La Placa, ricordando a questo proposito la “forte la contrarietà di Piersanti Mattarella al sindaco mafioso, Vito Ciancimino”. 40 anni fa, un vero uomo delle istituzioni periva per le sue idee e il suo impegno politico. Oggi lo ricordiamo, con la speranza che un giorno questi barbari omicidi possano essere sempre e solo relegati nel passato.

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2020 14:34