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Omicidio Vannini, la famiglia Ciontoli fa sparire i soldi del risarcimento

Pubblicato: 09/01/2020 21:11

Il 7 febbraio arriverà la sentenza della Cassazione che potrebbe mettere la parola fine sull’omicidio di Marco Vannini. Il 20enne di Cerveteri è stato ucciso il 17 maggio 2015 in casa della fidanzata Martina Ciontoli, da un colpo partito dalla pistola del padre di lei, Antonio. Le Iene svelano in un servizio delle nuove intercettazioni in cui verrebbero alla luce presunte manovre della famiglia Ciontoli per “mettere al sicuro” i soldi di Antonio Ciontoli, destinati a risarcire i genitori di Marco.

La “beffa” del risarcimento ai genitori di Marco Vannini

Sono le iene Giulio Golia e Francesca Di Stefano a mostrare come i Ciontoli, a pochi giorni dalla morte di Marco Vannini, avrebbero tentato di far sparire i beni intestati ad Antonio Ciontoli, ex uomo dei servizi alla Marina Militare. Ciontoli, condannato in secondo grado a 5 anni per omicidio colposo, dovrà infatti risarcire Marina Conte e Valerio Vannini. I genitori di Marco a dicembre hanno pagato 3mila euro di tasse all’Agenzia delle Entrate sulla provvisionale di 200mila euro a testa che però non sono mai arrivati.

Le spese sostenute dai Vannini per il processo sono stati ingenti, 10mila euro, a cui si aggiungono le tasse sul risarcimento. Per la famiglia questo è un aspetto del tutto secondario: “Questi sono soldi sporchi, io voglio che ci sia giustizia e che vadano in galera“, ha dichiarato a Le Iene Marina Conte. Il risarcimento potrebbe comunque essere difficile da ottenere, dato che Antonio Ciontoli avrebbe chiuso il conto intestato a suo nome e venduto le proprietà.

Omicidio Vannini: le intercettazioni dei Ciontoli

Secondo le intercettazioni pubblicate da Le Iene, Antonio Ciontoli avrebbe provveduto in accordo con la famiglia a far sparire i suoi beni. Il 22 maggio 2015, in una telefonata con lo zio Peppe, dichiara: “Ho praticamente chiesto un po’ di cosucce all’avvocato, per quanto riguarda l’eventuale risarcimento danni. La cosa essenziale è che praticamente loro si possono avvalere solo sui miei averi, sul 50% della casa di Ladispoli, sulle macchine“. Ciontoli poi al telefono con l’avvocato chiede se sia il caso di chiudere il conto a lui intestato, cosa che secondo le intercettazioni sarebbe avvenuta di lì a poco.

Maria Pezzillo, la moglie di Ciontoli, il 27 maggio 2015 chiama la banca per fissare un appuntamento per effettuare operazioni bancarie. In particolare chiede di “lasciare il conto che abbiamo, a nome di mio marito e aprirne un altro a nome mio, sul quale però bisognerebbe portare questi soldi“. Ad intervenire sulle questioni finanziarie è anche il padre di Antonio Ciontoli: “La prima cosa che deve fare tuo padre è togliersi tutte le proprietà. Tutto ciò che ha vicino a lui che in caso di risarcimento danni“, dichiara durante una telefonata al nipote. L’uomo continua: “Dovete umilmente prostrarvi ai piedi dei genitori di Marco perché se questi si presentano e ricorrono come parte civile a tuo padre lo mettono col sedere sotto il marciapiedi“.

Immagine di copertina: Le Iene