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Massimo Giletti, il ricordo del padre scomparso: “Pianse, quando me ne andai”

Pubblicato: 20/01/2020 15:59

Sono passate poche settimane dalla notizia della morte di Emilio Giletti: Imprenditore, pilota e padre del conduttore Massimo. Una figura forte, spesso difficile: a tracciarne i contorni è stato il figlio, in un’intervista in cui ripercorre la sua infanzia accanto al padre.

Il figlio Massimo eredita l’azienda del padre

Nei giorni scorsi, sono arrivate numerose partecipazioni di cordoglio per Emilio Giletti, che ha ereditato un’azienda di successo e l’ha tenuta attiva fino alla sua morte. Oltre a questo, era stato anche pilota Ferrari e Maserati, vincitore della Mille Miglia del 1953. Tanti traguardi, con i quali ha fatto i conti anche il figlio e conduttore di Non è l’Arena.
Pochi giorni fa, proprio Massimo Giletti ha raccontato della promessa di occuparsi dell’azienda al momento della morte del padre. Promessa che sta mantenendo: “Non sarà semplice però è nei momenti difficili che capisci chi sei” racconta al Corriere della Sera.

Il rapporto coi clienti della ditta

Ed è così che Massimo si è ritrovato a gestire la Giletti Spa, azienda che produce filati e fibre. Una ditta che risale al 1884 e il cui fondatore, il bisnonno di Massimo, nel 1903 ha portato il treno a Ponzone Biellese. Il conduttore ora dovrà gestire anche questo e al Corriere della Sera ha raccontato del rapporto con la clientela. “Non mi trattano come il Giletti della tv. L’altro giorno li ho stupiti quando ho preso in mano una rocca di filo e l’ho tirato in un certo modo, per capire se era fatto bene. Me ne intendo“.
Un mestiere che sa fare, perché “sono cresciuto tra rocche e carde, ancora oggi se chiudo gli occhi respiro l’odore del cotone e della lana, quello ti resta dentro per sempre“.

L’infanzia di Massimo Giletti col padre

Se Massimo Giletti può ereditare e occuparsi dell’azienda così “facilmente”, è anche grazie ad un’infanzia passata in fabbrica: “Papà voleva temprarci, insegnarci che nella vita bisogna fare sacrifici. Io venni affidato al capo officina, Celso Barberis, che mi munì di cacciavite: ‘Signorino, prego, giri così'”. Un addestramento proseguito anche durante gli anni di Mixer, il debutto televisivo di Giletti.
Poi, la decisione di lasciare, raccontata in un aneddoto: “Papà era un uomo solo al comando, stargli accanto era difficile. Una notte alle tre si ruppe un macchinario, la fabbrica si sarebbe fermata. Chiamai due meccanici e insieme cambiammo il motore. Finimmo alle sei del mattino, li mandai a casa“. Poco dopo arrivò il padre, che si lamentò della pulizia degli attrezzi: “‘Dovevi farlo tu’. Capii che era il momento di mollare“.

Emilio Giletti, padre e marito difficile

So che pianse, quando me ne andai” racconta Massimo Giletti, rivelando quanto fosse complicato il rapporto col padre-padrone. Una difficoltà dovuta anche ad altri motivi: “Da bambino ero legatissimo alla mamma e lui era… beh, piuttosto allegro sentimentalmente. La vedevo soffrire. Fu per me un dolore intenso, difficile da perdonare“.
Una cosa che è riuscito a fare col tempo: “Negli ultimi anni è stato più un fratello che un padre, se ci si vuole bene ci si ritrova sempre. I nostri abbracci sono diventati più intensi, quasi a compensare quelli che non avevo avuto da bambino“.

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2021 12:20