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Caso Yara, Massimo Bossetti torna a sperare: ci sono altri 54 campioni di DNA

Pubblicato: 30/01/2020 12:22

Nonostante la definitiva condanna all’ergastolo per Massimo Bossetti, il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio continua ad alimentare le pagine della cronaca. Un’esclusiva del settimanale Oggi solleverebbe infatti dubbi sulla decisione della Corte di Cassazione. Nonostante quanto dichiarato, infatti, ci sarebbero altri 54 campioni di DNA del caso Yara da poter analizzare.

La speranza di Massimo Bossetti

È ormai da tempo che la questione viene riproposta, in un modo o nell’altro. Già a fine novembre infatti i legali di Massimo Bossetti avevano affermato che ci fosse materiale per rifare l’esame del DNA. Un tentativo di scagionare il proprio assistito cui è stato anche negato il riesame dalla Corte dei Diritti dell’Uomo.
Il settimanale Oggi rilancia ora la notizia, arricchendola di altri dettagli. Sembra infatti che non sia vero che non esistono più campioni di DNA utilizzabili per eseguire nuovi test.

Ci sarebbero altri 54 campioni utilizzabili

Il settimanale pubblica infatti quattro pagine del presidente della Corte d’Assise Giovanni Petillo, nelle quali vengono elencati 98 reperti sull’omicidio di Yara Gambirasio. Di questo, ci sarebbero ancora 54 campioni di DNA utilizzabili, un dato che contrasta quanto scrisse la stessa Corte. Nelle motivazioni della sentenza, c’era scritto: “non vi sono più campioni di materiale genetico in misura idonea a consentire nuove amplificazioni e tipizzazioni“.
Un elemento che potrebbe cambiare completamente le carte in tavola e aprire le porte ad un vero riesame, come riferisce l’avvocato di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni. “Se il Dna c’era ancora ed era a disposizione in notevole quantità – ha riferito l’avvocato – come è possibile che il presidente della Corte d’Assise di Brescia, Enrico Fischetti, abbia scritto nella sentenza d’Appello il 17 luglio 2017 che ‘il materiale genetico è esaurito‘?”.

Si riapre il processo a Massimo Bossetti?

Un dubbio, quello espresso dall’avvocato, che potrebbe bastare per riaprire il processo: “in una sentenza passata in giudicato la Suprema Corte ha scritto il contrario della verità“. Non si fa tuttavia illusioni: “Sono certo che Ignoto 1 non sia Bossetti e che la nuova perizia dirà un’altra verità. Ma se confermasse che gli inquirenti non hanno sbagliato almeno Bossetti sconterà l’ergastolo dopo aver avuto un giusto processo e la possibilità di difendersi“.

La replica della genetista Marina Baldi

Una volta trapelata, la notizia ha sollevato ovvio clamore e reazioni. Tra queste, anche quella riportata da Fanpage della genetista forense Marina Baldi. Non esclude la possibilità che ci siano nuovi campioni, ma rivendica l’assoluta certezza dei risultati già acquisiti: “il profilo individuato è attribuito a Bossetti al di là di ogni ragionevole dubbio, con procedure inattaccabili che hanno retto ben tre gradi di giudizio“.
Qualsiasi esame, secondo la genetista, non cambierebbe la verità: il DNA di Massimo Bossetti era sui vestiti e sul corpo di Yara Gambirasio. Allora “sarebbe ora di lasciare in pace questa famiglia che ha già perso una figlia in modo atroce e che si trova da anni nel tritacarne mediatico “, conclude la Baldi.