Per il disastro ferroviario di Lodi, Ferrovie dello Stato non si assume nessuna responsabilità. La compagnia assicura che negli ultimi anni sono aumentati gli investimenti realizzati per la sicurezza ferroviaria da parte di Rete Ferroviaria Italiana, partecipata al 100% da FdS. Nel registro degli indagati sono stati iscritti 5 operai di RFI che erano al lavoro sullo scambio tra mercoledì e giovedì notte.
Incidente Frecciarossa a Lodi: indagati 5 operai
I 5 operai, al lavoro sullo scambio fino ad un’ora prima dell’incidente, sono indagati per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni colpose. Domenico Chiaro, procuratore di Lodi, procede con un atto dovuto, dato che il Nucleo operativo incidenti ferroviari della Polfer deve svolgere esami irripetibili sui binari e sullo scambio che ha innescato il disastro.
A questi esami dovranno partecipare le difese delle parti imputabili, per questo si è proceduto con l’iscrizione al registro degli indagati. I 4 operai e il caposquadra hanno assicurato durante gli interrogatori di aver lasciato lo scambio nel modo corretto, anche se non avevano terminato i lavori. Al momento sono stati assegnati a lavori di ufficio fino al completamento delle indagini.
I dubbi sul sistema di monitoraggio
In queste ore gli specialisti della Polfer e i tecnici di RFI stanno facendo un sopralluogo sui binari di Ospedaletto Lodigiano. Sono state chieste verifiche sulle ruote dei convogli, specialmente il secondo che, insieme alla carrozza motrice, è stato posto sotto sequestro. Il deviatoio oleodinamico sarebbe stato trovato aperto verso il binario di servizio, ma la segnalazione non è mai arrivata alla centrale.
Si indaga quindi anche sul perché i sistemi di rilevazione non abbiano funzionato: lo scambio sarebbe stato isolato durante i lavori di manutenzione. Gli operai non avrebbero completato la manutenzione e avrebbero deciso che era necessario un altro intervento. Avrebbero quindi segnalato alla centrale di Bologna di aver lasciato lo scambio isolato e il deviatoio in posizione normale. Al passaggio del treno però era aperto.
Ferrovie dello Stato: nessuna responsabilità
A regnare in Ferrovie dello Stato è lo sgomento per l’incidente scaturito da quello che viene identificato come un errore umano. L’intervento degli operai sullo scambio è un intervento di routine, come se ne compiono diversi ogni giorno. Il Frecciarossa 9595 era il primo treno a passare su quei binari e, nonostante il sistema di sicurezza abbia funzionato subito dopo l’incidente, prima non ha segnalato quello scambio lasciato aperto. Nonostante fosse isolato, il sistema di sicurezza avrebbe dovuto rilevare l’anomalia.
Il comunicato dell’azienda
Gianfranco Battisti, amministratore delegato di FdS, ha espresso il suo cordoglio, annunciando che: “Le società Trenitalia e RFI hanno già avviato una commissione d’inchiesta e daranno la massima disponibilità agli organi competenti per collaborare“.
Nel comunicato, l’azienda assicura che la rete “RFI è tra le più sicure al mondo” e che “dal 2002 al 2019 gli investimenti realizzati per la sicurezza ferroviaria da RFI sono raddoppiati: da 1.146 milioni di euro nel 2002 a 2.240 milioni di euro nel 2019“. Resta da capire cosa non abbia funzionato, se l’errore è umano o tecnico. Quale delle possibilità ha determinato il disastro che ha causato 2 vittime e 31 feriti.