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Treno deragliato a Lodi, le drammatiche testimonianze dei passeggeri

Pubblicato: 07/02/2020 11:04

Il giorno dopo, la paura ancora non è passata. Un evento traumatico del genere è destinato a lasciare scorie, ferite e timori più o meno profondi, a seconda delle persone. Sono 28 i passeggeri che erano a bordo del Frecciarossa Av 9595 che è deragliato all’alba di ieri, nel lodigiano. Oltre a loro, anche il personale del treno. Tutti condividono testimonianze drammatiche di quei momenti.

La dinamica dell’incidente

Mentre si presta il giusto soccorso e supporto ai feriti e si piange la scomparsa dei 2 macchinisti morti nell’incidente, sono iniziate le doverose indagini. Erano circa le 5.30 del mattino, quando il Frecciarossa Milano-Salerno è deragliato all’altezza di Ospitaletto Lodigiano. Le prime ricostruzioni sembrano ipotizzare che il deragliamento potrebbe essere stato causato da un problema ad uno scambio. Un deviatoio che non avrebbe funzionato a dovere, facendo uscire dai binari la locomotiva, schiantatasi a 300 km/h contro una palazzina delle ferrovie. Non si esclude però l’errore umano, tanto che l’inchiesta contro ignoti è per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose.

2 i morti, 31 i feriti ma nessuno in condizioni gravissime. Le loro testimonianze tuttavia raccontano la paura di quei drammatici momenti.

Il racconto del personale del treno

Il Corriere della Sera ha riportato alcune testimonianze, tra cui quelle del personale del treno deragliato. Tra loro c’era la 24enne Micaela, dipendente del servizio bar. La giovane ha raccontato che “si sono spente le luci, i vetri hanno cominciato a tremare e sono scoppiati i finestrini“. A quel punto, ha preso riparo dietro il bancone, fin quando il convoglio non si è fermato: “È stato traumatico. La collega è stata sbalzata nel nostro bagnetto di servizio e il collega non si trovava“.
Il riferimento è all’uomo che in quel momento stava servendo i passeggeri nella prima carrozza. È stato poi trovato e il Corriere avanza l’ipotesi che possa essere lui l’uomo dalla maschera di sangue di cui hanno offerto testimonianza altre persone.

Passeggeri fuggiti dai finestrini rotti

Oltre al personale, arrivano anche i racconti dei pochi passeggeri che erano sul treno a quell’ora del mattino e tutti condividono il terrore di quei momenti. Un ragazzo di 28 anni ha raccontato ai giornalisti locali: “Avevo davanti a me un ragazzo di colore che mi ha guardato e mi ha detto: penso sia finita. E io: sì, forse hai ragione. Ci siamo tenuti la mano, ma poi ci siamo guardati: eravamo salvi“. Quindi la fuga: “Abbiamo trovato un finestrino mezzo rotto, l’abbiamo preso a calci e siamo usciti“.
Altri, come una 30enne psicologa diretta ad Arezzo per lavoro, parla di “sballottamenti, valigie cadute, rumori… saranno stati trenta o quaranta secondi ma mi sono sembrati lunghi come dieci minuti“. Anche lei teme per gli effetti che questo disastro lascerà dentro di sé e dice: “Siamo stati miracolati“.

Il Corriere riporta anche che c’è un uomo finito sotto i ferri a causa dell’incidente: si tratterebbe di un 39enne peruviano, addetto alle pulizie del treno, che ha riportato una frattura scomposta alla gamba. È vivo, al contrario dei 2 macchinisti, ma la paura in lui e negli altri resta enorme.