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I carabinieri indagano su Salvatore Nicitra e risolvono 5 omicidi di 40 anni fa

Pubblicato: 11/02/2020 16:16

Questa mattina i carabinieri del comando provinciale di Roma, in seguito all’ordinanza emessa dal G.I.P. del tribunale capitolino, hanno arrestato 38 persone ritenute appartenenti, a diverso titolo, di un’associazione per delinquere. Il capo dell’associazione è Salvatore Nicitra, uno dei membri storici della banda della Magliana.

Risolti cinque omicidi degli anni ’80

L’operazione, denominata Jackpot, ha avuto luogo nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova e Lecce, oltre che in Spagna e in Austria. I carabinieri hanno anche sequestrato beni, mobili e immobili, per un valore di circa 15 milioni di euro. Ma oltre questo, le indagini sono riuscite a risolvere, o meglio a provare, ben cinque omicidi commessi da Nicitra negli anni ’80.

Salvatore Nicitra, già in carcere in seguito all’operazione Hampa del giugno 2018, era da alcuni considerato “il quinto re di Roma”. Originario di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, ha iniziato la sua carriera nella malavita romana come rapinatore, fino a diventare unico referente di Primavalle del boss Enrico de Pedis, il famigerato “Renatino” leader indiscusso della banda della Magliana.

La presa del potere su Roma Nord

Negli anni Nicitra era riuscito a impossessarsi, a suon di proiettili, delle zone di Casalotti, Primavalle, Montespaccato, Cassia, Monte Mario e Aurelio. Ora, grazie alle indagini, i carabinieri sono riusciti a recuperare le prove, ad esempio, dell’omicidio strategico dei fratelli Belardinelli, grazie al quale Nicitra prese il comando di un intero quartiere. Il boss siciliano ha così monopolizzato l’area Nord di Roma, diventando l’unico amministratore del gioco d’azzardo della zona.

È stato proprio Nicitra, grazie alle intercettazioni dei carabinieri, a fare luce sul suo passato e sugli inizi della sua attività: “Col lotto si possono guadagnare un botto di soldi… all’epoca facevo il totocalcio, però tutti si facevano ‘sto lotto, dico ‘vabbè, e infiliamo pure il lotto … ma su 15 milioni e dopo il 15 per cento… ti dico, mi pigliavo sempre tutto, non vinceva mai nessuno”.

E di sicuro per qualche anno, stando a quanto racconta, gli è andata piuttosto bene: “Io avevo le case da gioco più importanti di Roma e d’Italia, con i soldi che guadagnavo neanche il casinò li guadagnava, avevo le case da gioco con ville così, con i camerieri con i guanti bianchi e i vestiti neri, guadagnavo 100mila euro a notte”.

La scomparsa del figlio Domenico

Oltre questo, Salvatore Nicitra è stato protagonista “indiretto” di quello che è forse l’unico caso di “lupara bianca” di Roma. Il 21 giugno 1993 il figlio di Salvatore, il piccolo Domenico di 11 anni, e suo zio Francesco svaniscono nel nulla da Primavalle. Il motorino sul quale giravano, regalo di Francesco per il nipotino appena promosso, venne ritrovato parcheggiato, senza danni. Dal quel giorno mai più nulla si è saputo dei due.