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Coronavirus, Niccolò in volo per l’Italia: primo contagiato in Africa

Pubblicato: 14/02/2020 21:35

La lotta al coronavirus continua a livello mondiale: si attesta a 1.384 il numero delle vittime, sono 64.460 le persone contagiate mentre 7mila sono guarite. Niccolò, lo studente di 17 anni di Grado, è stato imbarcato su un volo dell’Aeronautica militare dopo essere rimasto bloccato a Wuhan, epicentro dell’epidemia, per diversi giorni. In Africa intanto si registra il primo contagiato, mentre è molto tesa la situazione in Cina. Un portavoce del governo americano ha accusato Pechino di mancanza di trasparenza.

Niccolò atterrerà a Pratica di Mare domani mattina

Lo studente rimasto bloccato per due volte a Wuhan a causa della febbre è riuscito finalmente a salire sul volo che lo riporterà in Italia. Le autorità cinesi avevano rimandato la partenza perché non Niccolò non aveva superato il controllo della temperatura, ma lo studente non avrebbe manifestato sintomi del corovirus. Il 17enne non dovrebbe averlo contratto, ma i test verranno eseguiti appena atterrato da un’unità specifica dell’Aeronautica.

Si sottoporranno agli stessi controlli il personale medico e l’equipaggio del Boeing KC-767, disposto per il biocontenimento, che viaggiano con lui. Il volo durerà più di 12 ore, durante le quali lo studente verrà monitorato e assistito costantemente. L’arrivo è previsto domani mattina a Pratica di Mare, dopodiché Niccolò verrà trasportato probabilmente allo Spallanzani per la quarantena.

Primo contagio del coronavirus in Africa

L’Egitto ha confermato il primo caso di COVID-19 in Africa, come annunciato dal ministro della Salute in un comunicato. Non è specificata la nazionalità della persona infettata, che sarebbe in condizioni stabili. L’Egitto ha comunicato all’Organizzazione Mondiale per la Sanità che il paziente sarebbe stato messo in quarantena.

Pechino approva misure di quarantena straordinarie

Si muove anche la capitale della Cina, che ha approvato la quarantena autonoma di 14 giorni per chiunque torni nella città. Chi non si sottoporrà alla quarantena imposta da Pechino in modo autonomo o in gruppi di osservazione sarà “ritenuto responsabile per legge“.

Una misura che rispecchia la mano ferma del governo di Xi Jinping nel combattere il coronavirus. Un rischio non solo per le vittime che può causare, ma anche per lo scontento che sta provocando in patria. Dopo la morte di 6 medici che hanno contratto il virus, le critiche per la gestione dell’epidemia verso il Partito Comunista Cinese continuano, specie a seguito dello scandalo di Li Wenliang. Pechino ha annunciato che 1,716 lavoratori sanitari hanno contratto il virus.

Le accuse degli USA: tensione con la Cina

C’è stato uno scontro tra l’amministrazione Trump e la Cina dopo che Larry Kudlow, direttore del Consiglio economico nazionale, ha espresso dubbi sulla veridicità delle informazioni rilasciate da Pechino.

Le autorità cinesi hanno annunciato di aver modificato la conta dei casi, portando un aumento del numero dei decessi. I nuovi numeri hanno scatenato il duro commento di Kudlow: “Siamo delusi dalla mancanza di trasparenza dei cinesi“.

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2020 19:13