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Deborah Bellasio uccisa al karaoke: continua il processo all’ex compagno

Pubblicato: 19/02/2020 11:08

Il processo a Domenico “Mimmo” Massari si è aperto il 9 Gennaio ed è proseguito con la seconda udienza il 18 febbraio davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Savona, ossia l’organo competente a giudicare i reati più gravi.

L’omicidio al karaoke

Domenico Massari è divenuto tristemente noto per aver scritto una pagina della cronaca nera italiana: il 13 luglio 2019, ha fatto irruzione durante un karaoke ai bagni Aquario di via Nizza a Savona armato di pistola, uccidendo l’ex fidanzata Deborah Ballesio e ferendo altri due presenti.
Successivamente è fuggito, per poi costituirsi la sera seguente.

Massari a processo

All’uomo sono contestati diversi reati: omicidio volontario aggravato, lesioni personali volontarie, ricettazione di arma, porto e detenzione abusiva di arma da sparo, sequestro di persona e porto abusivo di coltello.

Durante la prima udienza formale Massari non si era presentato.
In questa seconda udienza invece l’uomo si è presentato e, pur non difendendosi dalle altre accuse, ha tenuto a sottolineare che non si è trattato di “femminicidio”. Nello scritto che ha letto di fronte alla Corte d’Assise ha detto: “Non l’ho uccisa per gelosia, di lei non mi importava più nulla. L’ho fatto perché mi aveva rubato il futuro e portato via tutto. Se fossimo stati due uomini sarebbe finita nello stesso modo. Tante menzogne sono state dette su di me, ma io non ho mai maltrattato nessuno. Condannatemi, è giusto, ma non fatemi passare per un mostro“.

I capi d’imputazione e la difesa

Massari ha dunque riaffermato quanto detto durante il precedente interrogatorio, ossia che non si tratta di un omicidio passionale bensì dettato da ragioni economiche.

Il quadro dei capi di imputazione è molto grave, e Mimmo Massari ha già scontato una condanna di tre anni per stalking.
Ma l’uomo non sembra interessato a difendersi quanto più a dimostrare che il suo è stato un gesto disperato, compiuto per vendetta nei confronti di Deborah Ballesio: “Quando ci siamo fidanzati mi ha confidato il sogno di aprire un locale di lap dance – ha ricostruito Massari davanti alla Corte – Io non potevo comparire in società perché avevo un debito di 600 mila euro con Equitalia, quindi l’ho intestato solo a lei, investendo 400 mila euro in contanti frutto anche del traffico di droga. Poi lei mi ha estromesso e per questo le ho bruciato il locale“.

Massari si è costituito per la bambina ferita

Massari ha poi aggiunto di essersi costituito solo perché aveva scoperto di aver ferito anche una bambina, sostenendo che se fosse riuscito nell’intento di uccidere l’ex compagna senza provocare altri feriti non avrebbe avuto problemi a nascondersi in quanto “a 12 anni prendevo frustate, a 16 ho conosciuto la droga, avevo imparato a cavarmela“.

Il processo proseguirà davanti ai giudici Marco Canepa e Francesco Giannone e ai giudici popolari, fino alla sentenza, che potrebbe essere un ergastolo.