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Fabio Fazio: “Che tempo che Fa ha costi contenuti, ci lavoro tutta la settimana”

Pubblicato: 20/02/2020 13:50

Probabilmente è il conduttore televisivo più criticato di sempre. Reduce da un annus horribilis, tra aggressioni per strada, spostamenti di rete e inchieste sulla regolarità del compenso, che ha saputo convertire in un altro successo: Che Tempo che Fa è il programma televisivo più visto di Rai 2 e i numeri di Fazio sono più che regolari: “Là dove altri varietà mantengono la qualità per un massimo di quattro, sei, otto serate, noi invece con un piccolo gruppo di lavoro e a costi contenuti, un terzo di una fiction, riusciamo a realizzarne 32”. Un approccio artigianale, quindi, che è solo la punta dell’iceberg di quello che è ormai stato definito il “metodo Fabio Fazio”.

Tutta la settimana a lavoro

In un’intervista per Sorrisi.com, il conduttore ha spiegato tutti i retroscena del suo programma e della sua vita, inevitabilmente legati. Se è vero che il talk di Fazio va in onda solo nel weekend, è altrettanto vero che di lavoro per arrivare alle prime serate ce n’è molto: “Dal lunedì al venerdì, la mattina. Mi alzo presto e vado in camera di mio figlio Michele, la più tranquilla. Con 20 ospiti per volta, e una scheda di almeno 10 pagine a testa, studio un faldone che sembra un manuale di Diritto privato! Mi siedo lì, alla scrivania, come se fossi in ufficio. E ogni tanto guardo fuori dalla finestra”. Il pomeriggio poi riunione di redazione e la sera, dopo la diretta, cena triste in solitaria:Mi scaldo il piatto che mia moglie mi ha lasciato pronto, accendo Rainews24 in sottofondo, mangio e vado a dormire”.

Diodato scoperta di Fazio

Fazio rivela di costruire il programma insieme agli autori in modo quasi militare: “Conta l’estrema cura del dettaglio e ogni puntata viene costruita con un rigore riconoscibile. Ci lavoriamo tutta la settimana fino a pochi minuti prima della diretta, perché gli imprevisti sono dietro l’angolo e bisogna saperli gestire”. Imprevisti che dice di non temere, anche perché è tutto organizzato, persino le comunicazioni con gli autori che avvengono tramite il monitor della sua scrivania dove viene notificato anche il tempo che manca alla pubblicità. Una paura, però, c’è, quella di dimenticare i nomi, specie se di nuovi artisti. Non fa testo Diodato che, in qualche modo è stato “lanciato” proprio da Fazio: “L’ho conosciuto quando ho fatto Sanremo nel 2014 e lui portava Babilonia tra i Giovani. Poi l’ho voluto con me su Raitre, dove aveva lo spazio Note al museo, in cui cantava, in collegamento da vari luoghi d’Italia, capolavori dei nostri cantautori. Che bravo ragazzo, Antonio”.