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Vincenzo Mollica: “Camilleri mi ha aiutato ad affrontare il glaucoma”

Pubblicato: 20/02/2020 12:32

Vincenzo Mollica, storico giornalista Rai e volto amato del Festival di Sanremo con le sue celebri interviste, si racconta in un’intervista intima a Vanity Fair.

Mollica parla della difficile convivenza con la sua malattia e di come la conoscenza di Andrea Camilleri lo abbia aiutato in questi momenti più difficili.

Vincenzo Mollica racconta l’amicizia con Camilleri

Alle pagine di Vanity Fair il giornalista dichiara di condurre una battaglia importante contro 2 malattie terribili: il glaucoma e il morbo di Parkinson. È stato lo scrittore Andrea Camilleri, scomparso nel luglio scorso, a supportarlo e a dargli consigli su come affrontare il glaucoma.

“La cosa della mia carriera di cui vado più orgoglioso è l’incontro con Andrea Camilleri: è stato lui che mi ha insegnato a non vedere – confessa il giornalista – Abbiamo vissuto contemporaneamente l’arrivo del glaucoma e ho imparato come dovevo comportarmi. Non solo le forme, i visi, i paesaggi. Anche i colori sono importanti”.

Inoltre racconta un aneddoto sull’amico scrittore scomparso: “Lui si allenava pensando, prima di addormentarsi, a un quadro. La mattina lo descriveva a chi gli stava intorno, raccontando con precisione le sfumature di colore, e chiedeva che si verificasse l’esattezza del suo ricordo”.

La malattia non abbatte la positività di Mollica

Il giornalista Rai si dice però ottimista nel modo in cui affronta questi gravi problemi che stanno condizionando la sua vecchiaia. “Da quando non vedo mi sembra di percepire meglio il carattere delle persone – afferma Mollica – Prima la distrazione degli occhi mi confondeva: ho scoperto che la voce dice moltissimo di chi sei. E anche che un film si può guardare con le orecchie. Non ho smesso di andare al cinema: le scene in cui non parlano me le spiega mia moglie”.

La speranza e la voglia di vivere infatti non lo abbandonano mai. “Ogni mattino mi sveglio e penso di essere una persona fortunata perché ci sono ancora le albe e i tramonti. E perché ho ancora voglia che succedano belle cose” conclude il giornalista.