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Coronavirus: chi è contagioso, e per quanto

Pubblicato: 13/03/2020 14:44

Costretti a fronteggiare l’epidemia di un virus nuovo e sconosciuto, opinione pubblica e comunità scientifica si ritrovano ad essere particolarmente vicine nel cercare una risposta su tutte: chi può rivelarsi contagioso, e per quanto tempo?.

Ci sono volute settimane di diffusione del contagio per avere un’idea di come si propaghi il Covid-19 e solo da pochi giorni si ha una più chiara percezione di chi possa essere ritenuto soggetto “pericoloso” perché contagioso” e chi non lo sia, e quali sono i problemi pratici davanti ai quali ci ritroviamo.

Il periodo d’incubazione

Analizzando i casi finora certificati di positività al virus (che si tratti di individui sintomatici o asintomatici) si può concludere che il periodo di incubazione vada dai 2,5 giorni (in rari casi) agli 11,5 giorni (nella maggior parte dei casi). Facendo una media, un gruppo di ricercatori che ha pubblicato uno studio agli Annals of Internal Medicine ha decretato che il tempo medio di incubazione è di 5,1 giorni (ma è più frequente che questo lasso temporale sia più lungo, proprio per quanto detto finora).

Sono risultato positivo: e quindi?

Ci sono due circostanze in cui viene fatto il test del tampone, che è l’unico che può dare la certezza sulla negatività o positività al virus. Il tampone viene infatti effettuato se si presentano dei sintomi compatibili con Covid-19 (febbre, tosse stizzosa in primis) o, in casi eccezionali, se si è stati a stretto contatto con qualcuno di positivo. Se si è positivi e sintomatici, o positivi asintomatici, l’ordine è comunque di rispettare un isolamento in quarantena di 14 giorni. In teoria nel momento in cui si è asintomatici occorre fare un test con tampone dopo 7 giorni. Se risulta ancora positivo, se ne fa un secondo dopo altri 7 giorni. Se risulta negativo, va effettuato nuovamente dopo 24 ore. 

Il problema dei tamponi

Il vero problema è che i tamponi vengono fatti solo in casi di necessità, per non esaurirli e non averli in casi in cui sarebbero fondamentali. Questo però significa che se il soggetto X è stato a contatto con un positivo, anche se si mette in quarantena poi non gli verranno effettuati i tamponi di verifica a 7 giorni: se questa persona fosse un positivo asintomatico potrebbe non sapere, dopo 14 giorni, di essere ancora infetto e uscirebbe dalla quarantena rappresentando un pericolo. Unico dato confortante è il fatto che gli asintomatici hanno un potere di contagiosità minore ai sintomatici e risultano quindi un po’ meno pericolosi.

Il virus e le superfici

In ogni caso, per chiunque, una regola d’oro è quella di disinfettare e pulire le superfici il più possibile. È stato infatti verificato che, a seconda delle superfici, il virus rimane attivo per parecchio tempo: solo 24 ore sul cartone, ma fino a 3 giorni su plastica e metallo. Niente che una passata di disinfettante o alcol non possa debellare in un secondo, però.

Il virus può anche rimanere nell’aria per circa 3 ore, motivo per cui risultano particolarmente pericolosi colpi di tosse e starnuti.