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Coronavirus nel mondo: Italia prima per vittime, Spagna al collasso. Polemiche negli USA

Pubblicato: 22/03/2020 11:55

La pandemia di coronavirus si sta diffondendo nel resto del mondo, con il contagio che raggiunge migliaia di persone in pochissimi giorni in Europa e Stati Uniti. La situazione più drammatica è quella italiana, che supera la Cina per numero di vittime, arrivate a 4.825. Purtroppo anche altri Stati si preparano a fronteggiare l’aumento di diffusione del COVID-19, con realtà già vicine al collasso.

Spagna, ospedali al collasso

In Europa la Spagna è il secondo Paese per numeri di contagio, arrivati a 25.496 secondo il monitoraggio della John Hopkins University, con 1.422 vittime e 2.125 guariti. La zona più colpita è l’area metropolitana di Madrid, con il 60% dei contagiati di tutta la Spagna, dove iniziano a mancare i posti in Terapia Intensiva.

Il premier Pedro Sánchez ha presentato a La Moncloa le misure per contrastare la diffusione, valutate dallo stesso presidente del governo come tra le “più dure e severe al mondo“. Anche Sànchez chiede agli spagnoli di rimanere a casa nel suo discorso alla nazione: “Stanno arrivando giorni critici per i quali dobbiamo prepararci psicologicamente ed emotivamente. Il rischio è ovunque, ma dobbiamo fare uno sforzo maggiore“.

Stati Uniti terzi nel mondo per contagi

Nonostante i contagi negli Stati Uniti siano arrivati a 26.747, c’è ancora confusione sulle misure da adottare. La gestione nelle prime fasi è stata portata avanti dai governatori dei vari Stati che, iniziando dalla California e New York, hanno chiesto ai propri cittadini di rimanere confinati in casa a tempo indefinito. Anche la chiusura delle scuole procede in ordine sparso, con alcuni istituti già sbarrati e altri che lo saranno questa settimana.

Con il continuo diffondersi del coronavirus, il presidente Donald Trump ha avvertito che ulteriori restrizioni molto più decise saranno messe in atto. Dopo settimane in cui ha messo in dubbio la pandemia, ora il tycoon sembra prendere la cosa più seriamente, procedendo anche con misure per tutelare l’economia.

“Il virus cinese”

Purtroppo, Trump continua a creare divisioni. Nonostante l’emergenza mondiale, il presidente continua a chiamare il coronavirus “il virus cinese“, alimentando un’ondata sinofoba che colpisce la popolazione asiatico-americana.

Lo strano caso della Germania

La Germania è la quinta nel mondo per numeri di contagi, arrivati a 22.364. Nonostante il dilagare del coronavirus, la Germania registra 84 decessi, registrando circa lo 0,3% di letalità, molto inferiore rispetto a quella di Italia e Spagna. Inoltre ad ammalarsi di più nel Paese sarebbero i più giovani che, nel caso non abbiano precedenti patologie, hanno più possibilità di farcela.

Mentre i virologi stanno facendo ipotesi sull’eccezionalità tedesca, la politica prende misure per superare il momento drammatico. La cancelliera Angela Merkel ha applicato le stesse misure italiane sulle chiusure, bloccando buona parte del Paese. Le scuole, nonostante l’iniziale gestione differenti dei vari Land, sono tutte chiuse da una settimana. Ora il governo federale ha messo sul piatto 822 miliardi di euro per controllare le ricadute sull’economia.

La Francia si prepara al peggio

I vicini d’oltralpe si preparano all’ondata di contagi che dovrebbe essere molto più forte la prossima settimana. Al momento la Francia conta 14.485 contagiati e 562 morti. Lunedì si farà il punto sulle misure di contenimento della popolazione, mentre si attende un aumento dei decessi anche dovuto al fatto che non si sa esattamente quanti francesi siano contagiosi perché non tutti i malati sono stati sottoposti a test.

Lo scandalo delle mascherine

Il ministro della Sanità Olivier Véran è stato in queste ore investito dal problema della carenza di mascherine Ffp2, che mancherebbero dalle riserve di Stato. Véran ha dichiarato che negli ultimi 10 anni la Francia si è dotata di un miliardo di mascherine chirurgiche e di 600 milioni di mascherine Ffp2. Ma le forniture non sono state rinnovate e gli stock si sono assottigliati anno dopo anno.

Un collettivo di più di 600 medici, il C 19, ha fatto causa all’ex ministro della Sanità Agnès Buzyn e al primo ministro Édouard Philippe accusandoli di “menzogna di Stato” per la gestione dell’emergenza. I medici accusano i vertici del governo di aver ignorato la gravità dell’emergenza e di aver ritardato le misure necessarie al contenimento.

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2020 11:59