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Coronavirus, Confagricoltura: “Far lavorare nei campi chi ha reddito di cittadinanza”

Pubblicato: 30/03/2020 14:52

Durante l’emergenza Coronavirus, uno dei settori da tenere sotto stretta osservazione è l’agroalimentare. Dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alcune proposte per far fronte a una delle più grandi problematiche attuali del settore: la carenza di manodopera. Sul tavolo l’idea di mandare a lavorare nei campi chi percepisce il reddito di cittadinanza e di reintrodurre temporaneamente i voucher.

Le proposte di Massimiliano Giansanti (Confagricoltura)

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, è intervenuto sul tema degli effetti dell’emergenza Coronavirus sul settore agroalimentare, immerso in un tessuto di difficoltà insieme a tante altre realtà produttive nazionali.

Le sue parole, ai microfoni dell’Agi, hanno posto l’accento sulle esigenze più urgenti da sottoporre all’attenzione del Governo, punto di vista emerso anche in un sua intervista a Milano Finanza con un focus sulla necessità di far fronte alla carenza di manodopera in un settore che rischia di non trovare tutti i lavoratori che servono.

Ha sottolineato come l’emergenza abbia colpito soprattutto regioni a forte vocazione agricola come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: “In primavera c’è il picco di richieste di manodopera, generalmente proveniente da Paesi extra Ue – ha dichiarato a MF -. Risorse che ora vengono a mancare. Per questo servono strumenti governativi per facilitare le assunzioni“, e ha avanzato alcune proposte.

Lavoro nei campi per chi ha reddito di cittadinanza

Una delle proposte avanzate da Massimiliano Giansanti, descritta nell’intervista rilasciata all’Agi, è quella di mandare a lavorare nei campi chi prende il reddito di cittadinanza, trovando uno “strumento che possa consentire a queste persone di non perdere il diritto all’assegno, perché noi offriamo un arco temporale limitato rispetto alle attese sul lavoro di queste persone“.

Secondo il presidente di Confagricoltura ci sarebbero tutti i contorni per arrivare a un accordo impresa-lavoratore salvaguardando i diritti di entrambe le parti.

Reintroduzione dei voucher

Sul tavolo delle possibili soluzioni da mettere in campo durante l’emergenza Coronavirus, secondo il presidente di Confagricoltura, anche la reintroduzione temporanea del sistema dei voucher: “La primavera è la stagione in cui si raccoglie la frutta. (…) Rappresenta quindi un momento in cui c’è grande richiesta di manodopera – ha proseguito nel suo intervento all’Agirispetto alla media stagionale. C’è un picco di richiesta che supera le 200mila unità cui vanno aggiunti i lavoratori che direttamente o indirettamente sono entrati in contatto con il Coronavirus e non possono venire a lavorare“.

La conseguenza di questa situazione, ha sottolineato Giansanti, è “una richiesta media di circa 250mila unità lavoro” nella difficoltà di far entrare in Italia i collaboratori stagionali provenienti dall’estero, specialmente dall’Est Europa.

Per Giansanti, ripristinare momentaneamente i voucher consentirebbe a tanti italiani senza un lavoro di prestare il loro servizio nelle aziende agricole attualmente in sofferenza per carenza di lavoratori, con l’effetto di una riduzione della pressione sul settore e una semplificazione dell’intera dinamica aziende-dipendenti.

Tutti i giovani che in questo momento non possono studiare e hanno del tempo libero potrebbero venire a lavorare in campagna. Quello del voucher è uno strumento di semplificazione, molto apprezzato da tutti noi“, ha concluso Giansanti.

Quali interventi attendersi dallo Stato? Giansanti non ha nascosto di aspettare “qualcosa di più in termini di aiuti oltre a quelli previsti dal decreto Cura Italia. Ci aspettiamo molto dal decreto Crescita e, all’interno di quel percorso, dobbiamo mettere in campo tutta una serie di azioni volte a stabilizzare il circuito economico che vive una crisi di liquidità“.