Twitter ha rimosso due video pubblicati da Jair Bolsonaro, in cui il presidente del Brasile infrangeva apertamente le regole di distanziamento sociale adottate contro il Coronavirus. Nei filmati, secondo quanto riporta Adnkronos, Bolsonaro si mostrava durante una passeggiata a Brasilia in mezzo ad una folla di sostenitori, con i quali evidenziava la pericolosità della quarantena per tutta l’economia nazionale. Si tratta solo dell’ennesimo capitolo di una polemica che vede contrapposto, da un lato, il governo centrale, favorevole ad un ritorno alla normalità, dall’altro i governatori locali, che chiedono un’ulteriore stretta alle regole per evitare l’epidemia.
La polemica con Bolsonaro
Twitter ha operato la rimozione dei post di Bolsonaro perché erano in palese contraddizione rispetto alle informazioni ufficiali sulla salute pubblica, come quelle dell’Organizzazione mondiale della sanità. È, del resto, una posizione condivisa da altre importanti figure politiche brasiliane, che si trovano a dover fronteggiare la possibile crisi.
Il sindaco di Rio de Janeiro Marcelo Crivella, riporta Ansa, ha deciso di destinare il sambodromo della città all’accoglienza dei più bisognosi in vista dell’epidemia, mentre il governatore dello stesso Stato, Wilson Witzel, ha esteso le misure di isolamento della popolazione per altri 15 giorni. Da questo punto di vista sembra sempre più netto il contrasto con Bolsonaro, che in un discorso televisivo di qualche giorno fa e riportato da numerose fonti aveva definito il Coronavirus come una banale influenza.

Economia e sanità
Le due prospettive che si scontrano sono quella economica e quella sanitaria. Chiudere per un periodo prolungato le principali città brasiliane, come Rio de Janeiro e San Paolo, significa andare incontro a pesanti ripercussioni sull’economia di tutta la nazione. Ciò che preoccupa le autorità sanitarie, però, non è solo la rapidità dell’espansione del Coronavirus, ma anche l’eventuale sovrapposizione con altre emergenze già presenti sul territorio.
In un rapporto dello scorso febbraio, la Paho (Pan American Health Organization) lanciava l’allarme sul numero di contagi da febbre Dengue, un virus trasmesso dalle zanzare che ha visto in Brasile più di 2 milioni di casi nel solo 2019. Dalla gestione politica di queste diverse emergenze potrebbe passare la capacità del sistema sanitario brasiliano di reagire, con maggiore o minore successo, alle sfide delle prossime settimane.
I narcos di Rio impongono il coprifuoco
Più curiosa la notizia che riguarda alcune iniziative prese da alcune “gang di trafficanti di droga”, come riporta il New York Times. Secondo il quotidiano estero, i “narcos” di alcuni quartieri poveri di Rio de Janeiro avrebbero annunciato un coprifuoco tramite sms e megafoni per le strade.
“Vogliamo il meglio per la popolazione – avrebbero detto in uno di questi messaggi riportati – Se il governo non è in grado di gestire la situazione, lo farà il crimine organizzato“.