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Coronavirus, la Chiesa prepara la sua Fase 2: novità per messe e funerali

Pubblicato: 16/04/2020 22:24

Attività produttive, negozi, scuole: l’Italia è chiusa a causa dell’emergenza Coronavirus e così sono anche le chiese. Una soluzione obbligata, dal momento che riti e celebrazioni richiamano troppe persone per poter garantire le misure anti-contagio. Tuttavia, ora che la curva dei contagi sta calando, anche la Chiesa inizia a pensare alla sua possibile Fase 2.

La Fase 2 della Chiesa: come ripartire

A riferirlo è il sottosegretario della Cei don Ivan Maffeis ad Adnkronos. Anche il Vaticano infatti è stato colpito dall’emergenza Covid-19, non sono come contagi ma anche come “attività”. “Non aspettiamo passivi fino al 3 maggio, per vedere cosa il Governo ci dirà di fare“, ha dichiarato. Non un’imposizione tuttavia, ma un “atteggiamento propositivo“, l’intenzione di organizzarsi autonomamente per presentare poi al Governo una sorta di “Fase 2 della Chiesada far tenere in considerazione. L’obiettivo, insomma, è arrivare preparati al 4 maggio: “la Chiesa italiana vuole essere protagonista, pur nel massimo rispetto delle regole che saranno stabilite” ha dichiarato Maffeis.

Nel piano illustrato ad Adnkronos, si ragiona su come si potrebbe ripartire e quali sono le occasioni su cui si potrebbe puntare per permettere ai fedeli di ritrovarsi.

Le possibili novità per messe e funerali

La Conferenza Episcopale Italiana ha iniziato a sentire diocesi e vescovi, per capire come mobilitarsi e quali proposte avanzare. “È chiaro che ci si dovrà attenere a tutte le disposizioni che sono o saranno previste – ha dichiarato don Maffeis – Pensiamo che si potrà avviare una ‘fase di transizione’ che recuperi alcune celebrazioni come le messe, alcuni riti come quelli funebri.

Nelle intenzioni quindi c’è evitare alcuni ritrovi, come battesimi o matrimoni, in favore di altri riti che possono permettere di seguire a pieno le misure di sicurezza.

I funerali potrebbero tenersi al cimitero

Nello specifico, don Maffeis ad Adnkronos ha dichiarato: “Mi chiedo se non sia proprio possibile dare un estremo saluto a un familiare ‘rapito’ senza potergli neanche dare un ultimo sguardo e rivolgergli un’ultima preghiera“. Per questo l’ipotesi che potrebbe essere avanzata è di permetterli, se non nelle Chiese quantomeno nei cimiteri.

L’intento della CEI è portare l’attenzione sul fatto che “la comunità religiosa del Paese ha le sue esigenze e si chiede come possa tornare a essere attiva“. E compara: “Come la Confindustria o la Confcommercio o i sindacati esprimono le loro posizioni sulla riapertura di aziende, negozi, fabbriche, luoghi di lavoro, anche la Cei vuole presentare le sue proposte per la ripresa delle celebrazioni e dei riti religiosi nelle chiese“.