Vai al contenuto

Di Maio ammette: chiedere l’impeachment a Mattarella è stato un errore

Pubblicato: 21/04/2020 18:39

Solo pochi mesi fa Luigi Di Maio, attuale Ministro degli Esteri, annunciava le sue dimissioni da capo politico del Movimento 5 Stelle. A marzo si sarebbero dovuti tenere gli Stati Generali, poi l’emergenza coronavirus ha fatto il resto. Le cose cambiano, quindi, così come sembra essere cambiata l’opinione di Di Maio sul Presidente Sergio Mattarella, del quale nel 2018 chiese l’impeachment.

Di Maio ammette il “grande errore”

L’occasione per redimersi è arrivata a L’Aria che Tira, su La7. Nell’ultimo periodo il Ministro si è espresso in numerose lodi per il Presidente Mattarella, ma non è sempre stato così: “ne è passata di acqua sotto i ponti“, sottolinea la conduttrice Myrta Merlino. Il riferimento è a quando, a maggio 2018, Di Maio chiese l’impeachment per il Presidente Mattarella.

Il casus belli fu il perentorio no alla nomina di Paolo Savona come Ministro dell’Economia, in quello che allora era il primo banco di prova del governo giallo-verde con Salvini. Quasi 2 anni dopo, Di Maio ha ammesso: “Nella vita delle persone da grandi errori nascono grandi opportunità“.

L’importanza di Mattarella nella crisi

Le parole di Di Maio allora furono duramente criticate da molti, così come sostenute da altri. Il rischio concreto era di un impasse nazionale. Conte aveva rinunciato al mandato e già si parlava di un possibile ritorno alle elezioni. Storia vecchia, di un’epoca passata considerando invece come è ora l’assetto politico italiano. Il filo che unisce tutto però è sempre rappresentato da Sergio Mattarella: “Da quell’episodio – dice di Maio – Ho rafforzato il mio senso e di responsabilità istituzionale e imparato a credere sempre di più nel presidente Mattarella

Da Ministro, poi aggiunge: “Le posso assicurare che la sua credibilità internazionale è stata fondamentale durante il picco dei contagi della crisi“. Nello stesso contesto, ha raccontato come tutt’ora il peso e l’importanza del Presidente della Repubblica siano fondamentali per le delicate trattative con l’Europa.