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Coronavirus, il caso dell’inviato de Le Iene Politi, guarito dopo ben 49 giorni

Pubblicato: 30/04/2020 15:27

Alessandro Politi, inviato de Le Iene, era risultato positivo al Coronavirus agli inizi di marzo. Sono passati 49 giorni e solo ora il tampone fatto al giornalista risulta negativo. Possono i 14 giorni di quarantena indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e obbligatori per chi avverte dei sintomi, non essere sufficienti?

Il protocollo sulla quarantena potrebbe contribuire ai contagi

A partire dalla sua vicenda personale, che lo ha visto negativo solo dopo 49 giorni di isolamento, Politi ha deciso di andare a fondo alla “storia dei 14 giorni”. Infatti, come nel suo caso, ci sono persone che impiegano molte più settimane a guarire dal contagio. Eppure l’Oms non ha preso provvedimenti a riguardo. In più, nonostante la sua fidanzata Valentina, abbia vissuto a stretto contatto con lui, manifestando gli stessi sintomi, non ha ricevuto alcun tipo di tampone. In sintesi, secondo Alessandro, il protocollo sulla quarantena potrebbe contribuire all’aumento dei contagi.

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Politi:“Sono io l’unico al mondo o davvero non bastano 14 giorni?”

La questione ha suscitato interesse anche nel mondo scientifico. In un’intervista al Corriere, Politi aveva raccontato di aver voluto rendere nota la sua storia non per smania di protagonismo. Anzi, si chiede:“ma sono io un caso unico al mondo o bastano davvero 15 giorni d’isolamento per poter uscire di casa senza infettare gli altri?”, ha ribadito. Ad insospettire il fatto che, nonostante i risultati dei suoi tamponi siano stati positivi così a lungo, i sintomi erano in realtà praticamente spariti dopo poco. Per l’infettivologo Galli, potrebbero esserci molti casi come quello di Alessandro. Non per tutti, però, vi è l’accortezza o la disponibilità di effettuare così tanti tamponi fino a quando questi non risultino negativi. “Sono una persona fortunata perché ho in famiglia parenti primari che mi hanno dato supporto medico e poi sono stato seguito da uno psicoterapeuta al telefono”, spiega Alessandro. In giro potrebbero esserci molte persone che, come la Iena, hanno avvertito per poco (o affatto) i sintomi, credendosi guariti dopo i fatidici 14 giorni consigliati dall’Oms.