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Coronavirus, approvata l’app Immuni: sarà su base volontaria

Pubblicato: 30/04/2020 16:24

Il Consiglio dei Ministri si è riunito mercoledì 29 aprile 2020, poco prima delle 22 a Palazzo Chigi per discutere delle misure urgenti da adottare riguardo la tutela dei dati personali nel tracciamento dei contatti con soggetti affetti da COVID-19, in relazione all’utilizzo della già preannunciata app Immuni.

Nessun obbligo di scaricare l’app

Come riporta il comunicato stampa, il nuovo decreto prevede che sarà istituita una piattaforma per il tracciamento dei contatti stretti tra i soggetti che installino sui propri cellulari, su base volontaria, un’apposita applicazione (disponibile dal mese di maggio) che avrà lo scopo di allertare le persone che siano entrate in contatto con soggetti positivi al Coronavirus. Il mancato utilizzo di Immuni, dunque, non comporterà alcuna conseguenza. Nel testo approvato dal Cdm, è previsto che “gli utenti ricevano, prima che sia attivata l’applicazione, informazioni chiare e trasparenti per raggiungere una piena consapevolezza, in particolare, sulle finalità e sulle operazioni di trattamento“.

Stretto controllo e tutela dei dati

Nella decisione delle misure da adottare riguardo all’utilizzo di questo dispositivo è stato interpellato anche il Garante per la protezione dei dati personali; il governo assicura che i dati raccolti saranno solo quelli strettamente necessari e che i dispositivi sui quali l’app verrà installata saranno resi anonimi o saranno associati a un codice identificativo temporaneo. Tutti i dati relativi ai contatti stretti, inoltre, saranno cancellati o resi definitivamente anonimi “alla data di cessazione dello stato di emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2020”. La piattaforma utilizzata, infine, “è realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico“.

Slitta la riforma delle intercettazioni

Durante il Consiglio si è discusso anche delle misure da adottare per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni nei procedimenti penali. Il provvedimento, che era stato approvato in via definitiva a febbraio in Parlamento, sarebbe dovuto entrare in vigore per i procedimenti penali successivi al 30 aprile 2020, ma a causa del protrarsi dell’emergenza sanitaria, tutt’ora in corso, l’esecutivo ha deciso di rinviare l’entrata in vigore al primo settembre 2020.

Detenuti: concessione di permessi, domiciliari e scarcerazioni

Per quanto riguarda le nuove direttive relative a scarcerazioni e ulteriori concessioni per i detenuti, si dichiara che nei casi di detenuti per reati di mafia o terrorismol’autorità competente, prima di pronunciarsi, chieda, tra gli altri, il parere del procuratore della Repubblica presso il tribunale che ha emesso la sentenza e, nel caso di detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis, anche quello del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo”.