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Uccide il padre violento per difendere la madre: le parole della donna

Pubblicato: 09/05/2020 13:18

A distanza di 8 giorni da quella tragica sera del 30 aprile, parlano la mamma e lo zio di Alex, il ragazzo che ha ucciso il padre violento per difendere la madre. Se la donna racconta di vessazioni costanti ed episodi di stalking, la reazione del fratello della vittima è di tutt’altro avviso. Intanto per il ragazzo da poco 18enne è arrivato l’ok a sostenere la maturità.

Le parole della mamma di Alex

Con una lettera inviata al programma tv Quarto Grado, la mamma del giovane Alex ha raccontato la sua versione dei fatti di quella sera e di come entrambi i suoi figli l’abbiano sempre difesa da quell’uomo che non la lasciava vivere. “Non ho mai denunciato i soprusi di mio marito, non l’ho fatto per non andare incontro a conseguenze peggiori” racconta la donna in riferimento all’ipotetica reazione di Giuseppe Pompa tanto nei suoi confronti quanto verso i figli. “I miei figli si sono sempre frapposti fra me e Giuseppe, quindi non sono mai finita in ospedale”.

Il breve racconto della donna prosegue nel riportare alcuni episodi di violenza psicologica subiti dal marito: “Lui mi pressava con continue telefonate, solo oggi per esempio, durante il mio turno di servizio mi ha fatto 49 tra chiamate e video-chiamate”. Quando riusciva a rispondere, lui la maltrattava e si lamentava del fatto che sorridesse ai clienti: “Lo interpretava come un comportamento poco appropriato ed inveiva contro di me”.

Un uomo irrequieto

Il racconto della donna prosegue riferendo anche di alcuni comportamenti anomali ed irrequieti dell’uomo. Spesso si alzava di notte accendendo e spegnendo la luce e altri, oppure molte volte la spiava sul lavoro.

Un’irrequietezza sfociata nella serata del 30 aprile quando, tornando a casa la donna ha trovato l’uomo li ad attenderla pronto a sfogare la sua rabbia. Secondo il racconto, Pompa l’ha aspettata sul balcone, non appena rientrata lui l’ha accusata di atteggiamenti poco consoni con un suo collega che le “Ha appoggiato una mano sulla spalla”. A quel punto Pompa ha cominciato ad aggredirla spingendola e mettendole il telefono in faccia a quel punto sono intervenuti i ragazzi: “I miei figli sono intervenuti per evitare che il padre continuasse a farmi del male”. La colluttazione si è poi spostata in un’altra stanza e a quel punto il racconto della donna si interrompe.

La versione del cognato

Il racconto della donna ha però una contro-versione ed quella del fratello di Giuseppe, Oreste. In una lettera inviata sempre a Quarto Grado, l’uomo ha parlato del fratello come un ottimo padre di famiglia, molto attivo e presente nella vita dei figli; ad esempio ha ricordato tre volte alla settimana, nonostante i turni pesanti, guidasse per 100 km per portare il maggiore alla scuola calcio.

Oreste Pompa è poi convinto del fatto che Giuseppe “Non ha mai, e sottolineo mai, usato atti di violenza sulla propria moglie” e ritiene che i fatti si siano svolti diversamente, soprattutto in merito alle testimonianze dei vicini ha espresso i suoi dubbi, la lettera di Oreste Pompa si è conclusa poi con una manifestazione di piena fiducia nei confronti della magistratura.

Alex sosterrà la maturità

Intanto il giovane Alex si trova nella settima sezione del carcere delle Vallette (dedicata ad ospitare detenuti che devono in qualche modo essere tutelati), dove sta continuando a leggere e studiare. Nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, gli insegnanti e il preside della scuola, l’istituto alberghiero Arturo Prever di Pinerolo, hanno chiesto che il ragazzo potesse sostenere la maturità. Fatto che riscontra la piena legittimità in quanto diritto costituzionale fondamentale che deve essere garantito dal ministero dell’istruzione.

Il ministero ha risposto e, tramite una nota, è stato reso noto che il ragazzo potrà sostenere l’esame di stato a distanza. Inoltre è stato reso noto che è stata avviata “Un’interlocuzione con le commissioni parlamentari competenti per aggiornarle sullo sviluppo della vicenda”.

Anche il ministro Azzolina è intervenuta sulla questione: “La vicenda di Alex, il ragazzo diciottenne che per difendere la mamma ha ucciso il padre, ha fatto riflettere tutti. Alex era a un passo dall’Esame di Stato. E lo farà. Come è giusto che sia e come è possibile, nella scuola italiana, grazie a norme inclusive che garantiscono il diritto allo studio, nel rispetto della Costituzione. Come Ministero siamo in contatto con la sua scuola, con l’Ufficio scolastico regionale”.

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