Spettacolo

Gianluca Vialli racconta la sua malattia: “Adesso mostro le mie cicatrici con orgoglio”

Gianluca Vialli, ex campione della Juventus e della nazionale, si è ammalato di tumore al pancreas nel 2017. Ora, dopo anni di battaglie, spiega come sia importante per una persona accettare le proprie debolezze
Primo piano di Gianluca Vialli

Un mese fa Gianluca Vialli rivelava con gioia, ma anche con un pizzico di prudenza, di aver visto scomparire i segni della terribile malattia che lo affliggeva dal 2017. Ora ritorna a parlare di quel tumore al pancreas, origine e causa di tante sofferenze, paure e speranze: “Il giorno in cui inizi a guardare le cose in maniera diversa, la tua vita cambia – ha raccontato in un’intervista al Guardian Adesso mostro le mie cicatrici con orgoglio, sono un simbolo di ciò che ho passato”.

La malattia e la
propria umanità

Se mai fosse possibile parlare di un aspetto positivo della malattia, per Vialli questo sarebbe legato alla possibilità di imparare a conoscere se stesso, le proprie risorse e i propri limiti.

Una condizione non facile, per un calciatore che aveva costruito il suo personaggio di “duro” in anni di carriera: “Sono sempre stato percepito come un tipo tosto, una persona forte con molta determinazione. Il fatto di non essere più in quella posizione mi faceva sentire a disagio, non volevo essere visto come un povero malato. Questo è il motivo per cui non ne ho parlato apertamente per 12 mesi”.

Questa condizione di profonda umanità, a cui lo ha costretto la malattia, gli ha dato modo di riconsiderare priorità e rapporti interpersonali, a partire da quello con i genitori, lasciati inizialmente all’oscuro di ciò che stava accadendo: “Hai sempre l’impressione di deludere qualcuno, come i tuoi genitori – ha continuato nella sua intervista al Guardian Non vuoi mai che ti vedano mentre stai soffrendo così tanto”.

La mancanza di
certezze, anche nella guarigione

In tutto ciò, Vialli ha imparato a confrontarsi con qualcosa di nuovo per lui: la mancanza di certezze, anche nella guarigione. Per un atleta, abituato ad avere obiettivi raggiungibili con sacrifici e allenamenti, non avere la certezza di essere veramente guarito è un pensiero difficile da accettare.

Dopo averlo sconfitto una prima volta nel 2018, il cancro è ritornato a marzo 2019, costringendo l’ex campione della Juventus ad altri nove mesi di estenuanti cicli chemioterapici.

Lo scorso aprile i medici non hanno più riscontrato la presenza della malattia, aprendo uno spiraglio ad un nuovo momento di gioia.

Ognuno di noi sa bene quanto felicità e sofferenza siano inestricabilmente legate, ma per il futuro Vialli si ripromette di dare una maggiore importanza a questi sentimenti, senza più negarli: “Non sono mai stato particolarmente bravo a mostrare i miei sentimenti, ma non è giusto – ammette ancora nell’intervista – Ho capito che ogni volta che ho bisogno di piangere, posso piangere, non c’è vergogna in questo.

Non tengo più nulla dentro di me, lascio semplicemente che venga fuori e dopo mi sento meglio”.

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