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Caso Maddie McCann, secondo un ex investigatore i genitori avrebbero mentito

Pubblicato: 27/06/2020 23:44

Continuano ad arrivare opinioni discordanti sul caso Maddie McCann, la bambina inglese di tre anni scomparsa in Portogallo nel 2007. Goncalo Amaral, ex capo della polizia portoghese che coordinò inizialmente le indagini, si è detto scettico in merito all’effettiva colpevolezza di Christian Brückner, il principale indiziato del rapimento della bambina. Secondo l’ex investigatore, i genitori di Maddie starebbero mentendo per coprire la loro responsabilità nella vicenda.

Christian Brückner capro espiatorio

Dato che i coniugi McCann hanno sostenuto fin dall’inizio che il responsabile fosse un pedofilo, un pedofilo doveva per forza essere trovato”. La frase, pronunciata da Amaral in un’intervista al sito portoghese di Jornal do Centro, lascia trasparire la sua diffidenza nei confronti non solo dei genitori della bambina, ma anche delle autorità tedesche. In base alle sue accuse, le autorità tedesche avrebbero infatti spinto per trovare quello che lui definisce “Niente più che un capro espiatorio”.

Secondo l’ex poliziotto, non ci sarebbero prove concrete a carico di Christian Brückner, dato che le recenti indagini si baserebbero sull’aspetto odierno dell’uomo, ormai invecchiato di 13 anni: “Ci sono un sacco di chiacchiere e di immagini del sospettato, ma ogni volta ritorniamo sulla domanda se questa indagine sia seria – ha dichiarato ancora nell’intervista – Non posso chiedere a qualcuno di riconoscere quella persona attraverso le sue fotografie recenti, le persone cambiano”.

Goncalo Amaral rimane convinto del coinvolgimento dei genitori nella sparizione di Maddie, una posizione che aveva già ribadito in un controverso libro pubblicato nel 2008. La sua tesi, secondo cui Kate e Gerry McCann avrebbero mentito alla polizia per coprire la morte accidentale della figlia, lo ha portato ad un lungo contenzioso legale: la coppia, infatti, lo aveva successivamente accusato di diffamazione, perdendo poi il ricorso nel 2017.

Mi sono convinto che fosse lui

A testimoniare l’incertezza del caso, arrivano dichiarazioni di senso opposto da parte di Michael Tatschl, 46enne ex amico di Christian Brückner durante la sua permanenza a Praia da Luz. In un’intervista concessa al Telegraph, si dice certo che il colpevole possa essere proprio Brückner: “Era certamente capace di rapire un bambino per motivi di tipo sessuale o per soldi. Mi sono convinto che fosse lui nel momento stesso in cui la polizia è venuta a cercarmi in Austria”.

Tatschl racconta di quel periodo in Portogallo, in cui l’amico viveva in un contesto di illegalità, tra furti negli appartamenti e spaccio di droga. Ora spera, con la sua testimonianza, di essere di aiuto alle indagini: “Spero davvero per la famiglia che possano finalmente chiudere questo caso e provare che Christian è colpevole. Deve ammettere ciò che ha fatto e chiudere la questione una volta per tutte”.